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COLDIRETTI PUGLIA: XYLELLA E' UNA MALATTIA 'EUROPEA'. ANCHE IN GERMANIA, SUBITO UNITA' DI RICERCA CONGIUNTA COME IN FRANCIA

“L’intera provincia di Lecce, ormai da tempo zona infetta, può rappresentare quella infrastruttura immateriale diffusa, in grado di ospitare ogni tipo di ricerca utile a conoscenza, contenimento e cura della patologia. La Puglia potrebbe ispirarsi al modello francese della unità di ricerca congiunta (UMR), un’entità amministrativa, con proprio bilancio, creata dalla partnership di differenti istituzioni scientifiche dai cui organici vengono selezionate le migliori competenze sugli specifici temi di ricerca”. E’ il commento del Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, alla notizia del ritrovamento di piante infette anche in Germania, dopo i casi riscontrati in Francia.

Un esempio in campo fitopatologico è l’unità di “Biologia e genetica delle interazioni pianta-patogeno” di Montpellier che studia – aggiunge Coldiretti Puglia – le malattie delle piante, con l’obiettivo di proporre metodi di controllo razionali. I ricercatori del BGPI appartengono a differenti enti di ricerca, come il SUPAGRO, il CIRAD e l’INRA e lavorano in maniera coordinata su virus, batteri e funghi, compresi gli organismi da quarantena e i patogeni per le piante temperate e tropicali. I principali ambiti indagati sono dinamica delle popolazioni di malattie emergenti, meccanismi di patogenicità e resistenza della pianta.

“A partire dall’esperienza già collaudata e consolidata della task force istituita dal Governatore Emiliano – aggiunge il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – si potrebbe dare vita ad una rete degli enti di ricerca, mentendo loro a disposizione inizialmente le risorse residue del Patto Territoriale dell’Agricoltura della Provincia di Lecce, circa 6 milioni di euro,  per costituire la più grande rete di ricerca applicata sul territorio, come per altro previsto dalla circolare dello Sviluppo economico del 28/12/2012”.

E’ evidente – conclude Coldiretti Puglia – che non sono state ancora attivate efficaci misure di rafforzamento dei controlli alle frontiere in Europa e un doveroso periodo di quarantena delle piante provenienti da Paesi extra UE, al fine di bloccare il commercio di materiale vegetale infetto. Pertanto, dall’Olanda possono entrare piante infette, come quelle di caffè che sono state ritrovate in Francia.

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