COLDIRETTI PUGLIA, LENTICCHIA ALTAMURA FINALMENTE IGP
La commissione europea ha approvato la domanda di iscrizione della denominazione “Lenticchia di Altamura” tra le indicazioni geografiche protette (Igp) dell’Ue. La lenticchia prodotta in Puglia è “caratteristica della famosa dieta mediterranea grazie al suo alto contenuto proteico che ha permesso alle popolazioni locali di limitare la carne nella loro dieta”, si legge in una nota dell’Esecutivo.
“La Puglia è patria di legumi – dice il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – alla base di note preparazioni gastronomiche. E’ un comparto che conta una produzione annua di 159mila quintali per un valore di oltre 13 milioni di euro di PLV (Produzione Lorda Vendibile). Plauso di Coldiretti Puglia all’Associazione per la valorizzazione e la tutela della lenticchia di Altamura per la caparbietà e la lungimiranza che hanno portato a questo riconoscimento comunitario assolutamente meritato”.
Sono centinaia di agricoltori impegnati nella coltivazione di migliaia di ettari di terra, aziende di lavorazione delle sementi, grossisti, confezionatori, ed enti pubblici interessati, lavorano assieme per offrire ai consumatori la lenticchia di Altamura finalmente IGP.
“A partire dagli anni ’30 e fino agli anni ’70 le lenticchie di Altamura conquistarono i mercati internazionali – dice Angelo Corsetti, Direttore di Coldiretti Puglia – e l’esportazione di questo legume in Inghilterra, Germania, Stati Uniti, Canada e Australia ebbe una forte ripercussione nell’economia di Altamura che, da quel momento, divenne nota come la città delle tre “l”, ovvero lino, lana, lenticchia. Intorno gli anni ’70 la produzione di lenticchie conobbe una fase di declino dovuta a diversi fattori, oggi la riscoperta. Le lenticchie di Altamura rispondono, tra l’altro, alle esigenze delle donne che lavorano anche fuori casa, dato che il tempo di cottura è di appena 30 minuti”.
Fagioli, ceci, lenticchie e tutti le altre varietà di legumi consentono di seguire – sottolinea Coldiretti – un’alimentazione più varia, basata su cibi naturali ed economici, che risultano al contempo molto nutrienti e gustosi. Occhi quindi puntati in Puglia sulla lenticchia, menzionata più volte persino nella Bibbia con il nome “adasah”. Nella Genesi si legge che Giacobbe ottenne l’importantissimo diritto di primogenitura da Esaù dandogli in cambio proprio un piatto di lenticchie. La grande “popolarità” di questo cereale, ricco di fibre, vitamine e minerali, – racconta Coldiretti Puglia – è legato alla sua larga diffusione, alla sua ottima preservabilità, nonché al suo costo abbordabile, una caratteristica che le ha fatto assumere la denominazione di “carne dei poveri”. Inoltre, la lenticchia è uno dei 231 prodotti riconosciuti tradizionali dal MIPAAF. Le lenticchie hanno un alto valore nutritivo e contengono circa il 25% di proteine, il 53% di carboidrati e il 2% di olii vegetali. Sono ricche, inoltre, di fosforo, ferro e vitamine del gruppo B. Da un punto di vista nutrizionale, 100 gr di lenticchie corrispondono a 215 gr di carne. Il consumo di questo legume è indicato nella prevenzione dell’arteriosclerosi, visto il suo basso contenuto di grassi di tipo insaturo. Tra i suoi componenti spiccano i “soflavoni”, sostanze in grado di “pulire” l’organismo. La grande quantità di fibre che le lenticchie possiedono le rende utili per il buon funzionamento dell’apparato intestinale, contribuendo a tenere sotto controllo il livello di colesterolo nel sangue. Gli esperti consigliano di consumarle soprattutto in virtù delle loro proprietà antiossidanti che agiscono positivamente sugli inquinanti ai quali siamo soggetti. Le lenticchie sono anche molto ricche di tiamina, una sostanza indispensabile per il buon funzionamento della memoria. Il loro contenuto di vitamina PP fa si che siano un potente equilibratore del sistema nervoso, dall’azione antidepressiva e antipsicotica.