Coldiretti Puglia chiede alla Regione Puglia di riconoscere lo stato di calamità per tutto il settore agricolo
L’agricoltura pugliese ha bisogno di una robusta iniezione di liquidità perché l’emergenza Covid-19, che pure sta confermando il valore strategico del settore agroalimentare, ne sta però mettendo a nudo tutte le fragilità. Per questo Coldiretti Puglia ha inviato la richiesta alla Regione Puglia di dichiarare lo stato di calamità per tutto il settore agricolo. Coldiretti al contempo ha proposto un Piano Marshall per l’agricoltura, perché in attesa che anche Bruxelles apra il cantiere per definire misure forti, occorre agire e con tempestività per sostenere l’agricoltura e l’agroalimentare che stanno pagando a caro prezzo l’emergenza Coronavirus.
“Rastrellare risorse è possibile. Ci sono, per esempio, in Puglia oltre 800 milioni di euro di risorse dello Sviluppo Rurale, il secondo pilastro della Politica agricola comune che si affianca agli aiuti diretti. Si tratta di fondi ancora non spesi per una quota dei quali si rischia addirittura il disimpegno. Nei mesi scorsi come Coldiretti abbiamo denunciato i ritardi che rischiavano di rispedire a Bruxelles fondi preziosi per sostenere gli investimenti e il ricambio generazionale. Ora quelle risorse potrebbero essere impegnate nell’annualità 2020”, spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
In Puglia il settore florovivaistico perde già oltre 200 milioni di euro – aggiunge Coldiretti Puglia – quello agrituristico è completamente fermo per la chiusura delle strutture ricettive e l’incoming, si registrano punte fino al 90% di mancate vendite di vino per la chiusura di ristoranti e bar, con un rinvio del 30% degli ordini dall’estero, e il comparto della pesca è al collasso per l’azzeramento delle vendite di pescato fresco.
Coldiretti Puglia sin da subito ha attivato il tavolo di crisi, dove è emerso uno scenario di fortissima criticità che va affrontato con tutti gli strumenti e tutte le risorse a disposizione facendo convergere interventi tempestivi di livello regionale, nazionale e comunitario per dare sostegno ad ogni segmento dell’attività produttiva agricola e agroalimentare e consentire alle aziende agricole di ripartire quando l’emergenza Coronavirus sarà rientrata.
“Se è vero che agricoltura, industria di trasformazione e distribuzione stanno tenendo duro, non si può negare che molte filiere siano in profonda crisi. Come Coldiretti abbiamo lanciato l’allarme sui rischi che si corrono dal settore vitivinicolo al florovivaismo, dal lattiero – caseario all’olivicoltura fino alla pesca. Sono migliaia le attività e quei servizi forniti al settore dell’Horeca che oggi con la chiusura in tutto il mondo di bar e ristoranti rischiano la debacle. Ma è Sos anche per molte attività che rientrano tra quelle che integrano la produzione, meglio note come “attività connesse”. L’agriturismo in primis, ma non solo. Le nostre imprese non possono essere lasciate sole, devono essere sostenute. Sono fondamentali sul piano economico e sociale”, insiste il presidente Muraglia.
L’eccesso di burocrazia è una delle cause della difficoltà di utilizzare i contributi europei, per questo Coldiretti chiede di andare oltre le regole, superare i mille vincoli burocratici e spendere subito. L’articolato progetto elaborato dalla Coldiretti che parte dalla costituzione di un Fondo straordinario Covid 19 per l’agricoltura ha individuato una gamma di misure dove è possibile reperire risorse residuali per alcuni interventi prioritari. Si parte da un pagamento diretto aggiuntivo ed eccezionale fino a 1000 euro ad ettaro per le imprese con un tetto di 50.000 euro detratto il costo del lavoro e che comporterebbe un costo di 5,5 miliardi. Un’altra misura di carattere assicurativo per il ristori dei danni causati dagli eventi climatici avversi che hanno penalizzato le aziende nelle annate 2019- 2020. Il costo stimato dell’operazione è di circa un miliardo. Priorità poi ai giovani già insediati negli ultimi tre anni che rischiano di perdere gli aiuti. Per gli under 41 si propone l’abbassamento della quota di cofinanziamento sugli investimenti del 20/30%. E poi, ancora interventi supplementari per il benessere animale – conclude Coldiretti – per promuovere le migliori condizioni con un impegno finanziario indicativo di 500 milioni e voucher per gli agriturismi rimasti vuoti.