Cinghiali, parte l’azione di contenimento
Come previsto dall’Ente Parco, in uno degli ultimi Consigli Direttivi parte una delle azioni più rilevanti tra le cinque previste nella nuova strategia di contenimento degli ungulati nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia.
Con avviso pubblicato il 24 aprile sul sito dell’Ente Parco (http://www.parcoaltamurgia.gov.it), infatti, parte l’azione n.4) che prevede il coinvolgimento degli operatori agricoli disponibili alla concessione in uso di aree agricole di proprietà per i recinti di cattura cinghiali. Con lo stesso ci si apre a un nuovo modello di cooperazione integrata nella individuazione, segnalazione ed eventuale cattura (attraverso intese e accordi previsti nel collegato agricolo e nella legge di orientamento in agricoltura per i servizi al territorio ai sensi dell’art. 15 del D.Lgs. n. 228/01) in quanto queste categorie sono state maggiormente danneggiate dall’anomala espansione delle specie immesse nel territorio nazionale, come descritto dall’ISPRA (attualmente solo le aree protette nazionali sono tenute all’indennizzo dei danni) che solo grazie alla legge 221/15 è stata interrotta e vietata su tutto il territorio nazionale, prevedendo pesanti sanzioni amministrative e penali in caso di trasgressioni.
Come già comunicato l’Ente ha chiesto il coinvolgimento di tutte le componenti istituzionali interessate, a partire dalla Regione Puglia dove già sono stati attivati incontri e tavoli di lavoro tecnici per avviare le altre fasi del nuovo approccio strategico approvato dall’Ente consistenti in:
1) accelerazione della procedura di regolamentazione ed eventuale ampliamento delle Aree Contigue del Parco dove è possibile, come indicato dall’ ISPRA, esercitare la caccia nelle forme previste dalla Legge n. 157/92 (legge sulla caccia) attraverso la modulazione della pressione venatoria sul Cinghiale in funzione dello status delle popolazioni presenti nell’area protetta e nell’area contigua e delle scelte gestionali assunte dall’Ente gestore; lo svolgimento della gestione venatoria per i residenti dell’area protetta, secondo regole che consentano un effettivo uso sostenibile delle popolazioni di cCinghiale con modalità, tempi e tecniche adeguati che tengano conto anche degli effetti collaterali dell’attività venatoria (ATC del Parco);
2) adozione di una strategia nazionale di gestione del cinghiale concordata tra ANCI e FEDERPARCHI, pur nel rispetto delle differenti finalità istitutive, che risulti basata su un’opportuna armonizzazione e coordinamento degli interventi che si eseguono nelle aree protette, nelle aree contigue, negli ambiti pubblici e privati di caccia nel rispetto delle vigenti leggi in materia;
3) adozione, sulla scorta dei precedenti punti, delle migliori e più efficaci azioni urgenti di contenimento della specie (selecontrollo, cattura, prevenzione) sulla scorta delle buone pratiche nelle Aree Protette Italiane da armonizzare in base alle caratteristiche dei territori (parere ISPRA n. 48980/TA23 del 5.10.2017);
4) impegno della Regione Puglia ad accordi e intese (organismi intermedi) con le Aree Protette per l’attivazione di filiere corte per la valorizzazione e certificazione delle carni da cinghiale nella ristorazione e trasformazione manifatturiera locale con la partecipazione delle ASL e dei nuovi modelli di macellazione non cruenti (con macelli mobili) che permettano di contenere gli effetti legati alle condizioni post cattura e/o uccisione.