CINGHIALI: L'APPELLO ALLE ISTITUZIONI DA PARTE DELL'ASSOCIAZIONE "COSCIENZA COLLETTIVA"
Riportiamo richiesta fatta all’amministrazione comunale e alla Regione Puglia da parte dell’associazione “Coscienza Collettiva”.
“Il presente comunicato vuole sensibilizzare Codesta Amministrazione affinchè si intervenga presso gli organi competenti della Regione Puglia perchè la questione “Cinghiale” venga repentinamente affrontata e risolta in tempi brevissimi e non come invece sta succedendo; tanti i tavoli, molte le dichiarazioni, ma nulla di concreto ed efficace si sta adottando.
Nel contempo invece, l’economia locale delle aziende e degli agricoltori che già vivono una situazione attuale non felice, è anche continuamente attaccata dalla presenza di tali ungulati.
Si richiede altresì che venga denunciata la illegale permanenza di tale specie faunistica nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia, visto il Regolamento Regionale, certo e severo, che tutela l’ecosistema del Parco e che prevede la non immissione di specie non autoctone, è per la flora come anche per la fauna, all’interno dello stesso.
Infine, ma non ultima denuncia, quella legata alla sicurezza dell’uomo; già la cronaca riempie le pagine dei giornali per i continui incidenti che si verificano a danno dei malcapitati che si imbattono contro questo suide. Noi non vorremmo leggere di incidenti fatali, la sicurezza all’uomo prima di tutto.
Questo deve essere non solo il nostro impegno come Comunità, ma quello di tutti, a maggior ragione delle Istituzioni.
Noi “Grilli Rubastini” aderenti al M5S siamo quindi a denunciare questo stato di cose insieme agli agricoltori e alle aziende aderenti all’Associazione “Coscienza Collettiva” perchè la Ragione e la Legge tuteli Coloro che oggi chiedono Giustizia e Lavoro.
Di seguito il Comunicato dell’Associazione Coscienza Collettiva.
“INTERVENTO DELL’ASSOCIAZIONE “COSCIENZA COLLETTIVA” IL 29 SETTEMBRE 2015 NELL’INCONTRO PRESSO L’ASSESSORATO ALL’AGRICOLTURA DI BARI.
L’A.T.C. della Provincia di Bari ha immesso i cinghiali, come risulta dalla Conferenza di Servizi tenutasi a Ruvo il 28/11/2007. Considerato che il Piano Faunistico Regionale 1999-2003 vietava l’inserimento di specie non autoctone e inesistenti sul territorio per non alterare l’equilibrio dell’ecosistema preesistente, considerata la mancanza di autorizzazioni e dei dovuti controlli, l’immissione dei cinghiali effettuata dall’A.T.C. della Provincia di Bari è abusiva.
In questa sede è necessario ribadire che le cause e le relative responsabilità connesse con la presenza dei cinghiali sul territorio non vanno ignorate, in quanto le conseguenze, che oggi l’agricoltura, la collettività e l’ambiente stanno pagando, non sono state né previste né valutate né tempestivamente affrontate. Né conosciamo perché le Istituzioni hanno consentito tale operato.
Tener conto di queste premesse è indispensabile per:
evitare che queste situazioni si ripetano in futuro;
fare scelte conseguenziali ai fatti che hanno originato la problematica che oggi viviamo;
definire illegittima la presenza di questi animali non autoctoni, specie non in estinzione e non protetta;
elaborare ed eseguire un piano di cattura per tendere all’eradicazione della presenza dei cinghiali. Nel PNAM la cattura dovrà avvenire solo con recinti fissi o mobili, per tutto l’anno e in continuità, come propone il Veterinario di C.C., dr. Fratangeli, metodologia adottata in tutta l’Italia;
proporre l’incarico ad un esperto, quale il veterinario dr. Fratangeli, che fornisca collaborazione tecnica al Parco per le modalità di cattura e trasporto di animali vivi in aree di sosta controllate o di provenienza degli animali;
elaborare un piano economico per l’attuazione di tale programma, tenendo conto degli indennizzi che non dovranno essere più elargiti a seguito della cattura dei cinghiali, della vendita degli animali catturati e della partecipazione alle spese degli Enti o Istituzioni, che sono responsabili di questa ingiustizia a danno dell’agricoltura e dell’ambiente;
porre fine allo spreco di danaro pubblico per continuare a pagare indennizzi e gli altri costi derivanti dalla gestione di un fenomeno illegittimo;
rigettare l’ipotesi del ricorso alla caccia selettiva o altra similare, per motivi etici e di sicurezza, perché nel Parco esistono da tempo attività agricole e agrituristiche operanti sulla maggior parte del territorio, esistono e stanno crescendo iniziative di carattere sportivo, ludico, culturale, esiste l’esigenza della collettività di usufruire liberamente di spazi all’aperto; infine, ciò sarebbe in coerenza alla definizione della murgia quale “bellezza disarmante”.
Associazione “Coscienza Collettiva” – Ruvo di Puglia
Il presidente dr.ing. Luigi. V. Camerino.”