“CHIOSCO PERONI”, I CHIARIMENTI DEL GESTORE
Chiarimenti e precisazioni in merito agli interventi dell’assessore Luciana Di Bisceglie e del Sindaco di Ruvo di Puglia Chieco, in ordine alla perdurante chiusura del Chiosco di Piazza Dante a firma della Beverage Distribuzioni.
Egregio Direttore,
le chiedo gentilmente di pubblicare queste poche righe, in quanto corre l’obbligo, in qualità di amministratore della società che gestisce il chiosco di Piazza Dante e che da ben venticinque anni lavora a Ruvo di Puglia nell’ambito della distribuzione di prodotti alimentari e bevande, di ristabilire la verità dei fatti in merito alla gestione del chiosco medesimo, avendo constatato personalmente che nel consiglio comunale del 27/06/2022 sia l’assessore Di Bisceglie sia il Sindaco Chieco hanno affermato delle grossolane quanto superficiali e mi auguro non intenzionalmente strumentali inesattezze, ai danni della società che rappresento, gettando discredito sulla stessa, danneggiandone l’immagine commerciale con ricadute economiche molto importanti. Fatta questa doverosa premessa veniamo ai fatti che schematicamente rappresento per semplicità di lettura e soprattutto per chiarire in modo inequivocabile nell’opinione pubblica chi effettivamente si è reso inadempiente e quali danni ha causato e causerà.
A titolo esemplificativo e certamente non esaustivo si rende noto quanto segue:
- Con determinazione d’Area 3 n. 16/2018 del 07/05/2018 veniva aggiudicata la gestione del chiosco (successivamente denominato CHIOSCO PERONI) in favore dell’azienda BEVERAGE DISTRIBUZIONE SRL. A tal proposito si evidenzia che:
- Il Sindaco Chieco e l’assessore Di Bisceglie dimenticano di dire all’opinione pubblica che il Chiosco aggiudicato in data 07/05/2018 viene affidato operativamente solo nel settembre 2019 (17 mesi dopo l’aggiudicazione della gara) in quanto lo stesso risultava sprovvisto dell’allaccio alla pubblica rete idrica (non aveva acqua e quindi non era agibile); la società scrivente ha in questa maniera subito un mancato guadagno sia per la stagione afferente l’anno 2018 sia per quella relativa all’anno 2019. Nonostante i danni patiti e le spese sostenute (allacci energetici, costi assicurativi etc.) la scrivente si è dimostrata sino ad oggi sempre collaborativa con l’Ente, ma evidentemente la correttezza commerciale per i nostri amministratori non costituisce punto di rispetto e merito. Su questo punto i legali, oggi, sono a lavoro per verificare tutte le eventuali inadempienze dell’Ente.
- A seguito di colloquio del sottoscritto con il direttore del SIAN si è potuto constatare che non esistono impedimenti di natura sanitaria all’ espletazione di attività di somministrazione nel chiosco; a riprova di ciò nel mese di giugno 2022 si è provveduto a ripresentare una nuova SCIA per attività di pubblico esercizio e contestuale richiesta di occupazione di suolo pubblico alla quale il SUAP ha risposto con un rilievo di motivi ostativi in merito alla tipologia di attività prevista dal contratto che secondo l’ufficio non prevede la somministrazione ma non fa riferimento ad alcun diniego o motivo ostativo di ordine sanitario. In queste ore verrà depositata una memoria nella quale viene richiesto all’ufficio “patrimonio” del Comune, che si pronunci ufficialmente e formalmente poiché “ad oggi non lo ha mai fatto” su che tipo di attività si possa svolgere all’interno del chiosco, mettendo la società scrivente nelle condizioni di poter decidere il da farsi.
- Nonostante i numerosi incontri avuti con l’assessore al ramo e gli uffici competenti, l’unica apertura ricevuta dall’Ente (a differenza della genericità delle affermazioni dell’assessore Di Bisceglie) è stata quella di essere coinvolto con il Chiosco nell’estate ruvese dell’anno 2021 godendo delle deroghe previste dall’emergenza covid, (come tutti gli esercizi commerciali) deroghe presenti anche quest’anno sino almeno a giugno 2022, ma stranamente quest’anno a differenza dello scorso, il sottoscritto non è stato convocato al contrario degli altri imprenditori (mi chiedo il perché) per la relativa programmazione. Inoltre giova evidenziare che per mezzo dei miei tecnici ho fornito supporto normativo a profusione atto a dimostrare che il Chiosco è idoneo ad espletare attività di somministrazione, ho dimostrato che contrattualmente è un diritto del gestore usufruirne e il diniego da parte dell’ente, una volta accertato comporterà certamente un’azione risarcitoria… il tutto sempre nel rispetto dei ruoli e mai cedendo alle provocazioni provenienti ad esempio dai “social media” (mi domando il perché di tutto questo spreco di tempo e risorse). – proseguiamo –
- Nella seduta di Consiglio Comunale del 27 u.s. prima l’assessore Di Bisceglie (confermando il suo assunto anche rispondendo a domanda diretta di consigliere di maggioranza) e poi il sindaco Chieco (che ha confermato la bontà delle dichiarazioni dell’assessore al ramo) hanno dichiarato che la società che amministro e rappresento è “economicamente inadempiente”. Essendo un’asserzione falsa (per i motivi che esporrò di seguito) la stessa ha generato un danno incalcolabile alla reputazione ed al buon nome del sottoscritto, in qualità di amministratore, ed alla società screditandola pubblicamente davanti a tutta la città: voglio ricordare al Sindaco ed all’assessore che la Beverage Distribuzione è un’azienda sana e solida che da oltre 25 anni opera a Ruvo in ambito commerciale, generando valore e lavoro, pagando le tasse e aiutando l’economia cittadina, e che il sottoscritto fa l’imprenditore da circa 30 anni e grazie a Dio ed alle proprie capacità ha sempre onorato le sue obbligazioni. Spiego ora perché l’asserzione dell’assessore e del sindaco è falsa, pretestuosa e priva di qualsivoglia fondamento e a questo punto anche strumentale:
- Nel mese di marzo 2022, E’ stata presentata dal mio legale di fiducia richiesta di riequilibrio economico finanziario conseguente al periodo covid, tesa a rimodulare il canone di locazione come conseguenza dei disagi patiti durante la pandemia;
- Nel mese di aprile 2022 l’ufficio del Comune preposto, ha provveduto a mezzo “pec” a richiedere copia dei bilanci che attestassero la perdita di fatturato dell’azienda nel periodo di riferimento; il 13 aprile i documenti sono stati regolarmente inviati all’Ente richiedente e da quel momento non vi è stata alcuna comunicazione in merito alla quantificazione del canone da parte dell’Ente;
- Nonostante l’interlocuzione in essere con gli uffici, e l’attesa per la quantificazione del saldo da corrispondere, (ad oggi non ancora giunta) la società scrivente in data 02/05/2022 e successivamente 19/05/2022 effettua bonifico in acconto del canone annuo (i bonifici sono due in quanto il primo non va a buon fine poiché l’Ente non comunica di aver cambiato tesoreria e quindi non fornisce l’iban corretto che successivamente viene richiesto agli uffici); Orbene, “Bonifico in acconto” significa pagare una parte del tutto in attesa che venga fornito l’ammontare del canone eventualmente rimodulato; ad oggi non c’è stata risposta da parte degli uffici né in merito alla somma da pagare tantomeno una formale messa in mora per eventuali inadempienza da parte del gestore. Si resta basiti quindi di fronte a tutta questa “violenza verbale” atta a screditare un operatore economico, un partner che sino a prova contraria si è dimostrato degno della più alta considerazione.
Ad ogni buon conto ho dato mandato ai miei legali, ove ne ricorrano i presupposti, di tutelare l’immagine del sottoscritto e della società in tutte le sedi competenti. Le parole sono macigni ed occorre assumere la responsabilità delle conseguenze che generano.
– In ultimo –
- Il sindaco Chieco ha dichiarato in consiglio che il Chiosco è chiuso per “esclusiva responsabilità del gestore”. Ebbene anche questa è una grossolana quanto superficiale inesattezza (se è o meno strumentale non lo so e francamente non mi importa) non foss’altro per i motivi che vado ad esporre brevemente:
- Nel mese di marzo 2022 (molto prima del termine stabilito contrattualmente per l’apertura del chiosco) a seguito delle copiose precipitazioni avvenute, si verificano delle infiltrazioni dal lastrico solare del chiosco, che generano ammaloramenti e successivi scrostamenti dell’intonaco del soffitto del chiosco stesso. Intervengono prontamente i tecnici dell’ufficio patrimonio del Comune unitamente al titolare della ditta incaricata ai lavori (anche perché ci sono delle segnalazioni per infiltrazioni ad immobili vicini che non riguardano il chiosco ma forse la pavimentazione di Piazza Dante) che verificano le infiltrazioni e indicano a stretto giro l’intervento manutentivo; l’intervento non viene programmato e nel mese di giugno 2022 su sollecitazione del sottoscritto (01/06/2022), viene effettuato un nuovo sopralluogo (03/06/2022) al quale partecipa il responsabile dell’area patrimonio e altro tecnico comunale i quali constatate le condizioni dell’immobile mi confermano l’intervento a breve; il giorno 24 giugno 2022 il sottoscritto ha provveduto ad inviare “pec” all’ufficio competente onde essere notiziato sugli interventi manutentivi ad eseguirsi. Chiedo ora al Sindaco: ammesso e non concesso che si dovesse svolgere esclusivamente attività di asporto, (e così non è) come questa si sarebbe potuta espletare attesa la mancata manutenzione dell’immobile stesso che non lo pone nelle condizioni igienico sanitarie atte ad effettuare il servizio? Pare si stia parlando per sentito dire!
Essendo padrone di me stesso, io affermo che “il chiosco è chiuso per esclusiva responsabilità dell’Ente affidatario”, che con la sua inerzia nell’effettuare gli interventi manutentivi da un lato e con la sua totale mancanza di senso di responsabilità dall’altro, (non essendosi mai espresso formalmente su che tipo di attività si possa svolgere all’interno del chiosco e soprattutto a che tipo di attività alludeva nel momento in cui ha redatto il contratto) ha reso di fatto impossibile ogni attività con conseguenti danni economici al gestore e di disservizio alla comunità.
La verità è scomoda ma è illuminante. Questi sono i fatti verificabili documentalmente, e mi auguro che quanto prima trovi soluzione questa vicenda che sta assumendo sempre più le sembianze di una farsa.
Resta l’amarezza di veder danneggiata la propria immagine imprenditoriale costruita in decenni di duro lavoro, apportando al tavolo di discussione consiliare e soprattutto senza contraddittorio con la parte, evidenze parziali, omettendone di fondamentali: il tutto, mi chiedo, per arrivare dove… che tristezza. Nell’estate 2021 abbiamo dimostrato il bel lavoro fatto, nonostante gli investimenti non siano rientrati; la Piazza era bella, gente pulita e garbata, mai un incidente, mai un problema (ne abbiamo risolti tanti con la massima discrezione e con l’aiuto delle forze dell’ordine), evidentemente ci sono fenomeni che ci sfuggono.
La ringrazio del tempo che mi ha concesso ma era doveroso da parte mia elencare documentalmente gli atti che hanno sino ad ora contraddistinto la vicenda del Chiosco di Piazza Dante e per quanto possibile far comprendere alla pubblica opinione la serietà del sottoscritto e della società che ho l’onore di amministrare. Se ci sono stati errori sarò il primo a scusarmi, ma esigo da parte Istituzionale il rispetto che è mancato e che si deve ad un partner economico, maggiormente alla luce dei fatti esposti.
Ormai siamo a Ruverlino Est! C’è un atteggiamento persecutorio verso gli imprenditori ruvesi. È un modo di fare inaccettabile, che fa trasparire avversione culturale e antropologica contro le ragioni della libera iniziativa privata. Un atteggiamento tipico dei più settari comunisti italiani degli anni cinquanta! Poi non si capisce perché nei paesi confinanti vengano aperte moderne ed attrezzate strutture commerciali, mentre Ruvo viene costretta a fare a meno di un più avanzato servizio di distribuzione commerciale. L’odio verso la ricchezza non genera giustizia e uguaglianza, ma solo povertà! È bene che i ruvesi inizino ad esserne consapevoli.