CHIECO IN PIAZZA A PARLARE DI P.U.G.
È la terza serata di Chieco in una piazza Dante sempre più interessata. Al centro “un tema duro e complesso per la nostra comunità per ragioni legate alla storia dell’amministrazione” dice il primo cittadino parlando del piano urbanistico generale. Dice del suo avvio quindici anni fa e della sua difficile ricerca di approvazione da parte della Regione Puglia a causa di una serie di elementi critici. Poi in riferimento ai suoi incontri con la cittadinanza dice: “Parleremo come sempre di fatti; c’è un rumore di fondo che dice non esserci confronto, che siamo autocelebrativi ma non è così – e conclude – i fatti sono inoppugnabili e ne bisogna prendere atto”.
Protagonisti della serata l’assessore alle politiche territoriali, l’ing. Nicola Giordano, e la consigliera comunale arch. Raffaella di Terlizzi, nonché responsabile della commissione n.3 che si occupa di urbanistica e edilizia.
Il primo a prendere parola è stato l’ing. Giordano, responsabile dell’urbanistica regionale in particolare, durante i dieci anni di governo Vendola. “Avevamo bisogno di personalità di primo piano a governare Ruvo – dice Chieco e continua – abbiamo chiesto a lui le attività principali che ha gestito e governato con i nostri uffici di urbanistica, tra le altre cose, rafforzati in questi anni”.
Subito l’assessora ricorda la proposta, nel 2016, di affiancare il neosindaco Chieco: “Mi entusiasmò” dice e sottolinea in primis la sua precedente esperienza personale che ha voluto portare nel ruolo comunale e l’efficienza degli uffici che lo hanno sempre sostenuto.
Il primo step di Giordano nell’attuale amministrazione è stato quello di procurarsi il Documento Programmatico per la Rigenerazione Urbana e spiega che gli obiettivi di questo sono quelli di individuare nell’ambito del PRG le problematiche legate al disagio sociale, la carenza di infrastrutture, necessità di incrementare le urbanizzazioni primarie e secondarie e gli interventi da effettuare sul patrimonio esistente. L’anno successivo, tra aprile e luglio del 2017, questo DPRU fu approvato dal consiglio comunale. Ciò che ricorda Giordano (ndr riferimento ripreso poi da Di Terlizzi) è la forte partecipazione della cittadinanza che in quel periodo ha collaborato al documento, lo stesso che ha permesso la partecipazione a un bando regionale per lo sviluppo sostenibile, ricevendo così, nel 2018, un finanziamento di due milioni di euro. Poi si è avuto un finanziamento per l’attuale pista ciclabile sull’extramurale Pertini. Successivamente l’assessore elenca altri interventi finanziati come la mitigazione del rischio idrogeologico di via Volta, gli alloggi di proprietà comunale in via S. Francesco d’Assisi: “Tutti questi sono stati i vantaggi dell’approvare il DPRU – dice Giordano – che non è stato fine a se stesso, né un’esercitazione accademica ma il mezzo per usufruire di finanziamenti negli anni successivi”.
Poi ricorda il fermo dei comparti dal giudice penale tra il 2010 e il 2011 e la giunta, appena insediata, riferisce l’ingegnere, non ha esitato e ha cominciato a riattivare quegli stessi comparti “senza interferire con l’attività del giudice penale – dice – ed è stato possibile per i comparti C ed F in cui, con l’individuazione di subcomparti, è ripartita la macchina dell’edilizia”.
L’attenzione poi passata al piano regolatore della città del quale sono state da poco “licenziata – dice Giordano – la variante che riguarda le norme tecniche di attuazione di esso – e aggiunge – per i tecnici l’attuale piano regolatore di Ruvo è ormai superato perché, per via di carenze strutturali, mancava di strategie e soprattutto delle destinazioni d’uso di varie zone del nostro territorio”: da qui, fa intendere Giordano, ne è partito un miglioramento per fa approvare definitivamente il PUG. Per Chieco questo ha garantito “un’oggettività e una completa trasparenza da parte dell’amministrazione e degli uffici”.
Altro punto toccato dall’assessore Giordano è stato il Piano Insediamenti Produttivi (PIP) del 2002. Con questo sono state affermate nuove regole e si è potuto parlare di retrocessione e per quanto riguarda gli espropri, quasi con amarezza Giordano ricorda quel milione e 900mila euro che il comune ha dovuto pagare ai quali si deve aggiungere 370mila euro pagati dai cittadini per l’urbanizzazione di quelle aree con l’ausilio di un finanziamento regionale cospicuo. “Così – dice l’assessore – si è rivisitato il costo complessivo a metro quadro della zona PIP (ndr zona industriale) partendo dalle spese del comune e dal pagamento di indennità di espropriazione che il comune – dice – ha subito in seguito alle sentenze dei giudici – e aggiunge con dispiacere che – nonostante ci si trovi di fronte tali situazioni con chi ha avuto i lotti tra 2005/6, ancora oggi ci sono gli ennesimi ricorsi che non riconoscono le spese sostenute dalla comunità”. Chieco aggiunge che questi non sono altro che “intoppi al lavoro amministrativo e nel frattempo la zona industriale è ferma da tanti anni – e continua – con il meccanismo della retrocessione si possono, tramite bandi, affidare ad aziende interessate a quei lochi” e riferisce che sono molte le imprese interessate ad allocarsi nell’area industriale di Ruvo. Il primo bando che metterà a disposizione i lotti retrocessi, pensiamo possa avvenire per i primi di settembre”.
Tra gli ultimi passaggi di Giordano vi è la riduzione del contributo degli oneri di urbanizzazione del 40-20% in meno in base alle zone, e dei costi di costruzione al -20%. “Questo perché – dice Giordano – si vuole invogliare a ristrutturare il centro storico”.
Poi, negli ultimi passaggi, l’assessore ricorda vari regolamenti istituiti come quello che permette ai tecnici, tramite sorteggio, di controllare atti come la comunicazione di inizio lavori asseverata (CILA). Tra gli altri regolamenti istituiti c’è quello delle sanzioni per abusi edilizi risanabili: “anziché fissare un quantum – dice Giordano – si è preferito guardare caso per caso quali sono gli abusi e in base a questi applicare la sanzione”.
In conclusione Giordano torna sul piano di riqualificazione del centro storico sul quale dice essere caduta l’attenzione solo dopo la delibera di approvazione del PUG; é qui che Chieco, dopo l’applauso del pubblico all’assessore, ha detto: “Abbiamo avviato la conclusione del PUG e centrato un percorso di riqualificazione del centro storico – e continua – è l’inizio di un percorso: occorre fermare l’invasione del cemento, rivitalizzare il centro storico e ce lo auguriamo per i prossimi cinque anni”.
La parola è passata poi alla consigliera Di Terlizzi, la quale ha illustrato, anche tramite l’utilizzo di slide esplicative, il percorso del PUG durante i cinque anni di amministrazione Chieco. “Il 20 aprile 2016, riferisce la consigliera, è stato adottato un PUG “già ben definito con il quale ci si è trovati a fare i conti”. Il punto di partenza è stato il programma 2016 di Chieco che stabiliva la qualità del paesaggio dell’ambiente il miglior investimento sul futuro e punto fermo dell’azione del governo cittadino in linea con le norme della Regione Puglia. Si parla del suolo non come suolo su cui costruire ma come fonte non rinnovabile e per questo da tutelare attraverso l’impermeabilizzazione. “Questo è il quadro entro cui sono stare definite le linee di intervento”. Si ribadisce più volte che il consumo di suolo è un costo non solo ambientale ma soprattutto sociale ed economico: “è collettivo” si dice. A questo punto l’unica azione dell’amministrazione dinanzi a un PUG già adottato era quello di pubblicare lo stesso piano, condividendolo con la cittadinanza. “Così facendo – spiega la consigliera – per ben due mesi, i ruvesi hanno potuto prendere visione del PUG e presentare le proprie osservazioni: ne sono pervenute ben 137 da cittadini, associazioni e partiti ma è un dato relativo perché molte di queste contenevano più rilievi”. Si è parlato allora di circa 400 osservazioni tutte esaminate in consiglio in Commissione Urbanistica, sia con sopralluoghi che con sedute (22 in tutto riferisce) di cui 11 monotematiche in aggiunta di quelle ordinarie, e molte della durata di intere giornate. Dinanzi a questo Di Terlizzi afferma che “in realtà il tempo non è trascorso inutilmente data la quantità di rilievi giunti”. Qui Chieco aggiunge: “è urtante e offensivo nei confronti dell’assise comunale sentire polemiche dire ‘vi siete persi cinque anni dietro al PUG'”, affermazione confermata dalla consigliera: “è stato un lungo e impegnativo percorso con molte osservazioni approvate all’unanimità e molte che ne sono state progettate dopo”. Fra tutte queste osservazioni, Di Terlizzi ha illustrato la distinzione tra osservazioni di carattere specifico, molto individuali e per lo più presentate dai singoli cittadini, e altre di carattere generale, presentate invece da associazioni, e sono quelle più orientate a rilevare criticità nel paino in relazione al ridimensionamento e al consumo di suolo. “Chi presentava questo tipo di osservazioni – dice – riteneva che il consumo di suolo fosse ingiustificato”. Dunque in seguito a questa fase partecipativa, “in coerenza con tutte le osservazioni giunte e alle linee guida del programma Chieco – dice Di Terlizzi – sono stati messi in campo atteggiamenti di responsabilità, di cura e di prevenzione del territorio, tra cui la limitazione delle aree di espansione urbana, la previsione di indici nei contesti rurali non inferiori, cura del rapporto città-campagna e individuare aree produttive su tracciati già esistenti”. Tutto ciò, fa intendere la consigliera, è stato essenziale per la riduzione del territorio.
Dopo aver mostrato attraverso grafici la previsione del PUG sul territorio urbano, si parla dell’approdo del PUG in Regione per la verifica di compatibilità con i DTBR. La Regione si è però espressa ben sei mesi dopo con la dgr.848 del 31 maggio, dichiarandone l’incompatibilità ma, riferisce Di Terlizzi, “nessun piano in Puglia ottiene subito il parere di compatibilità perché ognuno di essi è particolare e articolato in maniera diversa – e aggiunge – questa delibera però si pone sullo stesso piano delle nostre scelte: i rilievi della delibera più importanti coincidono con i nostri punti di vista – e conclude ironizzando – pur con le nostre azioni, il piano ha avuto molta attenzione dalla Regione; figuriamoci se avessero dovuto approvare quello originale”.
A conclusione dei due intesi interventi, Chieco riassume il fine di quello che aveva definito “un incontro necessario”. Dice: “Non è un comizio, stiamo raccontando i fatti – e punzecchia – Quando qualche buontempone dice dice ‘bocciato il PUG di Chieco’, dice una follia: noi abbiamo agito in base a cosa ha detto la Regione – e riferisce – A settembre questo discorso sarà chiuso e si apriranno quegli indirizzi che il PUG stesso ha dato per avviare il percorso di recupero del centro storico, rendendolo non di plastica per il turismo ma abitabile e con tutti i servizi del nostro secolo”. Avviandosi alla conclusione dice: “La fine di questo percorso amministrativo sta tra l’avvio alla chiusura della PUG e l’avvio alla rivitalizzazione del centro storico: è lì che vogliamo lavorare nei prossimi 5 anni”. Parla poi dell’informatizzazione e riferisce come, nella città metropolitana, Ruvo è prima nell’utilizzo dei Sistemi Informativi Territoriale (SIT) sul quale vengono presentate pratiche, fatte tutte le questioni di urbanistica, attuate la previsioni del PRG, quali regole urbanistiche ci sono in una determinata area, se ci sono problemi geografici ad esempio. “Questo significa legalità, trasparenza, certezza del diritto” dice Chieco. Poi ricorda il rifacimento di viale Pertini, inizialmente un’autostrada, azione resa possibile tutto ciò grazie alla partecipazione dei cittadini: “Il confronto cittadino è necessario per l’urbanistica – dice – e in questa si vede il modo di lavorare di un’ammistrazione, e noi abbiamo lavorato senza guardare amici e nemici”. Infine ringrazia l’assessore Nicola Giordano “per le responsabilità prese, per le decisioni di intraprendere strade impervie poi riuscite”.
Fonte foto: @facebook Paquale Chieco