Palazzo Avitaja

CHIECO: “ABBIAMO TIRATO UNA LINEA DI SPERANZA PER IL FUTURO”

Energico, motivato, sereno. Il Chieco che si presenta alla città per raccontare il percorso compiuto dal 2016 a oggi per il raggiungimento del risanamento del bilancio è ben diverso rispetto a quello di cinque anni fa. Padrone della scena, molto fiducioso sul futuro e con un pizzico di intercalari dialettali a cercare di ridurre il gap col cittadino. Non è stato un vero e proprio inizio di campagna elettorale  e non poteva esserlo, visto il tenore amministrativo dato, ma sicuramente è stato un motivo per cominciare a mettere le basi su quelli che saranno le motivazioni da dare agli elettori per un Chieco-Bis.

Essenziali sono state le referenze dell’assessore al bilancio Rocco Marone e del consigliere comunale e del presidente della commissione bilancio, Antonio Mazzone.

L’introduzione è affidata all’assessore Rocco Marone. Con assoluta precisione, specchio di esperienza e forte professionalità, ha illustrato la difficile situazione di partenza dell’amministrazione Chieco: un disavanzo di circa 5milioni di euro, 30milioni di residui attivi di cui alcuni da riscuotere dalle cooperative, e consecutivi contenziosi apertisi con i proprietari di queste anche per la sopravvalutazione delle loro quote da versare. Così, ricordando il lavoro del sindaco e della magistratura, Marone spiega come pian piano si è riusciti ad incamerare le giuste quote dai proprietari delle cooperative, accantonando nel fondo rischio quote sempre minori. Solo dal rendiconto 2019, per la prima volta, l’avanzo di amministrazione è risultato superiore al fondo rischi, ottenendo, negli anni successivi, un differenziale positivo di un milione e mezzo di euro. Marone guarda al futuro e dice “Sarà sempre meglio” in quanto non sono ancora stati incamerati circa cinque 5milioni e mezzo di residui attivi dai proprietari.
Ma non finisce qui: oltre ad aver ereditato crediti incagliati, sono giunti nelle mani dell’amministrazione, debiti fuori bilancio per liti e contenziosi che provenivano dal passato e che non erano conosciuti: “per questi – dice Marone – sono stati pagati ben oltre 3milioni di euro”. 

Nonostante una quasi completa aridità di fondi iniziale, l’amministrazione è comunque riuscita a portare avanti progetti e iniziative soprattutto grazie all’acquisizione di risorse esterne, come la partecipazione a bandi regionali.
Alla luce dell’arduo percorso compiuto, l’assessore al bilancio conclude pronunciandosi positivamente su quello che verrà, invitando ad aver cura del risanamento raggiunto e a rispettarlo senza mollarne la presa.

Poi tocca al presidente dalla commissione bilancio, Antonio Mazzone. Cattura subito il pubblico per la sua ironia e, soprattutto, per la spigliatezza con la quale argomenta il lavoro svolto. Dopo aver rivolto alcuni ringraziamenti alla dott.ssa Rosaria De Tommaso, responsabile dell’area Programmazione Economica, e all’assistente amm.vo contabile Giovanni De Cecco, e invitato i giovani a una politica che dà sempre più emozioni, anche lui ricorda la mortificazione che giungeva quando il bilancio sembrava andare bene ma, tutto ad un tratto, piovevano i debiti fuori bilancio degli anni pregressi;  questi non permettevano di mettere sù idee e progetti per la cittadinanza ruvese. “È mortificante – dice Mazzone – essere un politico, avere mille idee e non averne però le possibilità di realizzarle. Nonostante questa situazione, sono state tante le partite che abbiamo giocato come quella con le cooperative (ndr ricordate dallo stesso Marone), essenziali per raggiungere l’attuale risanamento”.
Ricorda che fare progetti, iniziative per la comunità a quasi fine mandato non è campagna elettorale in quanto sono state proprio le difficoltà e il lungo cammino che hanno permesso solo ora di avere i fondi necessari per poterle compiere.
“Un’altra partita importante – prosegue Mazzone – è stata la pandemia che ha contratto le poche risorse disponibili per metterle a disposizione delle famiglie più bisognose, dei bambini, delle scuole e di situazioni che richiedevano l’intervento dell’amministrazione”.
Ritorna l’idea di una coperta che copre una cosa e ne scopre un’altra, ma alla fine la missione è stata compiuta. Mazzone, infatti, ricorda quando è stato possibile mettere da parte finanziamenti per iniziative sulla mobilità sostenibile, necessaria poiché riflesso di un’idea, da sempre sostenuta, di Ruvo come città che ha al centro le persone e il loro diritto di usufruire spazi pubblici ancor prima delle automobili.
A tal punto, è stato quasi inevitabile per Mazzone  controbattere implicitamente all’affermazione che il candidato sindaco Luciano Lorusso ha fatto durante la sua presentazione alla città. Il candidato di centro destra aveva detto: “Liberiamo la città, facciamo questa Crociata per una Gerusalemme liberata”. Per Mazzone, durante tutti questi cinque intensi anni, le crociate sono state fatte sì, “ma mai contro le persone. Abbiamo fatto le crociate contro il debito, contro il vuoto dei conti che non andavano bene, che non davano la giusta dignità anche ai giovani, sempre più costretti ad andare fuori”. E aggiunge: “Quando un’amministrazione pubblica ha i conti non in ordine, non c’è alcuna possibilità di offrire spunti nuovi poiché i più giovani possano rimanere nella propria città; è palese. Contro queste cose abbiamo fatto le crociate e le abbiamo vinte tutte”.
Fa riferimento anche all’affermazione “Ruvo ai ruvesi” definita da lui squallida e sentita negli ultimi anni. Per Mazzone questa idea non ha nulla di fondato perché la città ha la necessità di essere aperta e di considerare tutte le competenze disponibili: “Questo non vuol dire che quelli che vengono da fuori sono più bravi di quelli di Ruvo; vuol dire che in quel momento erano le persone giuste per uscire dalle secche” e l’operato dell’assessore Marone e della giunta comunale, per Mazzone, ne sono la dimostrazione. Un riferimento che il pubblico ha apprezzato, rispondendo con un forte applauso.
Mazzone conclude ringraziando ancora una volta l’assessore al bilancio, chiaramente emozionato: “Il suo egregio lavoro ha permesso di avere ora i conti più in ordine di come gli abbiamo trovati e avere così le possibilità di spenderli bene e con accuratezza, per lo sviluppo sostenibile e il futuro della nostra città”.

La conclusione della serata è stata tutta nelle parole del sindaco Pasquale Chieco. Ne è emersa una figura diversa rispetto a quella conosciuta cinque anni fa: energico, padrone della scena, e sicuramente più ruvese; quasi stupisce la confidenza emergente quando parla in dialetto. E, così come i suoi predecessori nell’intervento, anche lui non esita a ricordare la difficoltà dei primi passi dovuta alle risorse ingessate che aveva ereditato. Ricorda l’amministrazione precedente di Vito Nicola Ottombrini, presente in prima fila, e di come egli abbia bruciato tutte le possibilità di istituire dei mutui per cercare di giungere a testa alta a fine mandato. “Ma non importa chi è stato – dice Chieco – non importa da dove e da chi è nato il problema, l’importante è essere riusciti ad venirne fuori. All’inizio sembrava impossibile: anche lui parla di mortificazione dinanzi ai pagamenti di azioni legali risalenti primi anni 2000 e, anche, di quelle mortificazioni nate dinanzi alle pressioni dei cittadini che chiedevano questo e altro.

Parla del primo bilancio come da “esaurimento nervoso”, di soldi da non poter usare nemmeno per il welfare. Si dice essere stato come “un padre di famiglia” che a volte deve pur dire di “no” e di quei “no” detti, delle scelte prese per necessità, Chieco si sente orgoglioso poiché si sono rivelati rampa di lancio per progetti successivi, si vedano quelli per le scuole pubbliche.
Parla poi di progetti in corso e di altri in cantiere; cita il P.U.G. in cui manca il piano di recupero del centro storico del quale è stato adottato in giunta l’indirizzo per dare l’incarico professionale. L’obiettivo è rendere questo luogo identitario della città, abitabile, con tutti quei servizi di cui oggi non possiamo fare a meno, senza la necessità di strafarlo, di “renderlo di plastica”, dice.
Parla anche della manutenzione straordinaria delle strade non come evento occasionale per le elezioni in vista, ma come possibilità, giunta solo ora, di avere finalmente un mutuo e usarlo non per costruire ma per fare qualcosa di cui avevamo bisogno: “È già un primo risultato”.
Passa poi anche ai bandi regionali per il rifacimento di parchi e giardini e dice che questo tipo di acquisizione di risorse esterne sono da utilizzare solo per ciò che permette il bando; così facendo, ciò che invece si ha nelle casse comunali lo si può destinare a idee e progetti che non stanno in nessun bando, “che possiamo costruire con i nostri soldi e come noi vogliamo”.

C’è, dunque, un Chieco che sogna, che è intrigato del futuro, lo stesso che lo stimola ad esserci per i prossimi cinque anni. Conclude: “Abbiamo tirato una linea di speranza per il futuro e io sono un uomo che vuole abitare il futuro”.

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