CASA DI RIPOSO “M. M. SPADA”, LA FISASCAT DENUNCIA IMMOBILISMO
In una lettera indirizzata al Comune di Ruvo di Puglia, alla Senis Hospes e alle testate giornalistiche, il sindacato Fisascat denuncia immobilismo nell’interesse dei propri iscritti, ovvero i dipendenti presso la società Ruvo Servizi s.r.l., attualmente in Naspi.
“I lavoratori della struttura – si legge nella nota – sono in NASPI sin dall’anno 2015, ad onta di un verbale di accordo sindacale del 28 settembre 2015 con il Comune di Ruvo di Puglia; lo stesso si era obbligato a ristrutturare ed adeguare la Casa di Riposo alle normative vigenti per il miglior uso della stessa, e che avrebbe messo a bando la sua gestione, la società si era aggiudicata la gestione della Casa di Riposo “M. M. Spada”, ma da allora ad oggi, nonostante le sollecitazioni, a tutt’oggi nessun segnale concreto di riapertura della struttura è stata data ai lavoratori; la NASPI sta scadendo e i lavoratori sono a serio rischio occupazionale non avendo, nelle more, trovato collocazione lavorativa; sia il Comune di Ruvo di Puglia che la società Senise Hospes s.c.s., stanno mostrando il più vivo disinteresse per l’interesse sia degli anziani della città di Ruvo di Puglia, potenzialmente pronti per tale servizio sociale, che per il destino occupazionale dei lavoratori; non si comprende come mai le parti non hanno più nemmeno dato riscontro alle richieste di incontro per accelerare le risposte da dare ai lavoratori, e non si capisce tale silenzio a chi giova, se al Comune di Ruvo di P. o alla società aggiudicatrice, per cui se qualcuno di essi ci rimette economicamente, non si capisce chi invece ci guadagna, ma di sicuro v’è che ci rimettono i cittadini ruvesi bisognosi, e i lavoratori che sono senza lavoro e senza speranza di rioccupazione”.
“Non si può tacere – prosegue la Fisascat – che per la ristrutturazione della struttura, inaugurata in pompa magna nel marzo 2016, si sono spesi circa 2 milioni di euro, frutto dei finanziamenti dall’ambito socio-sanitario con fondi regionali, nonchè per il restauro degli affreschi si sono spesi ca. 1,4 milioni di euro, con fondi POR 2007-2013 FESR “Investiamo nel futuro”; orbene smaltiti i fumi dell’alcol dopo i brindisi, i baci e gli abbracci di rito, e la benedizione pretesca della struttura, rimane il silenzio più assordante e la desolazione delle promesse fatue che sono state fatte ai cittadini e ai lavoratori con sicuro danno erariale per la città di Ruvo di Puglia a seguito del mancato utilizzo della struttura”.
Infine, la Fisascat chiede un incontro urgente tra le parti, riservando ogni opportuna segnalazione alla Corte dei Conti di Bari.