CASA DEL SINDACO INCENDIATA, PROSEGUONO LE INDAGINI. NON SI ESCLUDE NESSUNA PISTA
Le indagini non si fermano e si cercano i dettagli che possano far risalire agli autori del vile gesto con il quale è stata incendiata l’abitazione di campagna del sindaco Pasquale Chieco.
Giungere in autonomia sul posto è pressochè impossibile: chi è riuscito a raggiungere l’abitazione o era informato sui fatti oppure ha pedinato il primo cittadino ruvese, in modo da risalire al punto preciso dell’abitazione.
Nessuna pista viene esclusa dagli inquirenti: si batte quella amministrativa, si esamina la vicenda considerando, anche, che la lotta al caporalato possa avere delle influenze in tal senso.
La personalità del sindaco è ricco di numerosi profili, per cui risalire a cosa collegare questo gesto intimidatorio, diventa complicato. La sua vita passata a battersi per la legalità di sicuro proseguirà con ancor più vigore in tal senso.
Nel frattempo, continuano i messaggi solidali nei confronti del sindaco. Dopo l’intervento del sindaco di Bari, Antonio Decaro e di quello di Corato, Cataldo Mazzilli, l’ANCI Puglia fa la voce grossa e, in una nota, invita gli organi di dovere a garantire ancor di più la sicurezza agli amministratori locali: “La sicurezza degli amministratori locali è priorità assoluta per l’affermazione della legalità e per rafforzare il presidio dello Stato sul territorio. Resta fondamentale, a tal fine, l’attenzione costante e il sostegno delle forze dell’ordine e delle istituzioni preposte”. L’associazione esprime la sua vicinanza e solidarietà al primo cittadino di Ruvo e alla famiglia “Un atto vile e deplorevole compiuto ai danni di un amministratore locale impegnato quotidianamente al servizio della propria comunità”.
La Puglia è la regione italiana in cui si verificano più episodi di violenza e minacce ai danni degli amministratori pubblici, nel mirino soprattutto sindaci, assessori comunali e consiglieri comunali.