CARO SINDACO: CONTINUANO I PROBLEMI DI COMUNICAZIONE!
Caro Sindaco,
Spero vivamente che i toni usati vengano ammorbiditi e smorzati. La sua formalità mi fa spavento e mi fa comprendere che quello che ho scritto davvero non è stato recepito. Non ci penso a una sua strumentalizzazione per veicolare ulteriori messaggi!
Lei e la sua amministrazione hanno avuto gravi problemi di comunicazione e continuano ad averli. Nella mia riflessione domenicale non ho espresso nessun giudizio sulla sua persona, anzi, e quello che lei ha ribadito a riguardo delle difficoltà del suo mandato, l’ho sottolineato.
Ma insinuare che questo giornale telematico sia in malafede o che si schiera politicamente contro qualcuno è poco elegante e offensivo nei confronti di chi giorno e notte lavora per il portale che dirigo. Non le ho mancato di rispetto e questo “scivolone” poteva risparmiarselo. Specie perché i miei erano interrogativi, di una persona abituata a seguire la politica che, al giorno d’oggi, si sviluppa in maniera differente.
E soprattutto rispetti lo sforzo che stiamo facendo, in un periodo storico non facile, a portare avanti un concetto di web-tv che spesso le ha dato voce e continuerà a farlo su diverse problematiche. Il bene della città e i ruvesi sono l’unico nostro “partito”. Siamo, tra l’altro, una realtà che vive di pubblicità e per tutelare tutto e tutti le rispondo.
Si dia una lettura ai primi otto mesi di ruvesi.it e poi mi dica se abbiamo o meno concesso spazi a tutti.
Accetti il dialogo con i giornalisti, non si chiuda a riccio pronto a dare “pugni” a destra e a manca.
Da dove cominciare? Dal titolo, da lei male interpretato: capisco la sua esigenza di appigliarsi a qualcosa, in un momento in cui è solo, ma non strumentalizzi nulla. Non è una questione di numeri, ma di sostanza.
La mia idea è molto più ampia. Ribadendo la stima per tutti, inclusi i ventitre elettori, il mio concetto è che lei è solo al comando senza un partito che lo sostiene. Il PD viaggia sul binario “uno”, lei sul binario “due”. Siamo abituati a un partito che dà le direttive, al senso di appartenenza a esso e via discorrendo.
E ora, invece, ci troviamo dinnanzi un partito di maggioranza che ha perso in consiglio comunale quattro dei consiglieri più suffragati. E’ giusto che questo passi in secondo piano? Per questo le chiedevo a che serve restare se nulla è stato chiarito, se si procede su lunghezze differenti, se uno stralcio di un programma ancora non si vede!
Ribadivo “E’ una crisi istituzionale conclusa (?) che rispecchia lo stato terminale in cui versa la politica a ogni livello. Fino a qualche tempo fa, i partiti avevano un ruolo chiave nella politica amministrativa. Si discuteva e si creavano le base programmatiche, anzitutto nelle sedi dei partiti. Invece, adesso no, non si prende atto del volere di un partito di maggioranza, ma si va avanti a testa bassa non si sa per quale reale motivo” (i miei lettori noteranno che la frase è assolutamente politicamente schierata, dalla parte dei valori e dei principi che non hanno bandiera o colore).
E ancora, non mi ha risposto su questo interrogativo: “Nel massimo rispetto di coloro che hanno accettato di entrare in Consiglio Comunale con la volontà di provare a dare un apporto a questa amministrazione, è opportuno chiedersi se prima del “ripescaggio” sono mai stati coinvolti nelle decisioni politiche del PD?“.
Ma anche qui nessuna risposta. Questo argomento nella sua replica non l’ha toccato.
Penso che i cittadini ruvesi meritino di conoscere il programma dei suoi ultimi sette mesi. Credo che corra l’obbligo istituzionale di spiegare a chiare lettere quello che è accaduto. Così come ha fatto dopo l’addio di De Palo, credo che il passaggio politico delle dimissioni di quattro consiglieri del PD, capogruppo incluso, non dovesse passare inosservato e che la riflessione post dimissioni dovesse essere compiuta con l’intera squadra amministrativa.
Se ci fosse stata una compattezza ritrovata allora sarebbe stato legittimo auspicare Ottombrini ancora sindaco. Ma in queste condizioni il mio pensiero è orientato alla preoccupazione che questa città brancoli nel buio, aggrappato all’ultimo voto in consiglio comunale, salvo stampelle altrui.
Parla del passato, ma noi vogliamo conoscere che futuro ci aspetta. Per questo riflettevo e dicevo: a che serve restare? Prolungare questa sofferenza a che pro?
Il consiglio comunale di oggi sembra essere occasione propizia per esporre il programma.
Il “sindaco di tutti”: se vuole l’accontento e la chiamo così, ma si ricordi che la sua elezione è frutta di un “inciucio storico”.
Rifletta con me: storia a parte, lei è il sindaco di tutti quando ci sono cittadini al buio di notte? Quando i commercianti non si sentono sicuri, è il sindaco di tutti? Quando si sbagliano i bandi per la gestione degli impianti sportivi è il sindaco di tutti? Questione dehors: è il sindaco di tutti? Topi, marciapiedi rotti, bidoni colmi e sporchi: potrei andare avanti, ma ritengo opportuno terminare qui e auspicare un ritorno al dialogo civile tra le parti, senza colpi bassi o sporchi.
Distinti Saluti!