CARNEVALE 2021: MARTEDI’ GRASSO AI TEMPI DEL COVID-19
Il Carnevale ai tempi del Covid-19 è, senza dubbio, atipico ma non meno sentito.
E’ il primo Martedì Grasso senza il caro amico Michele Pellicani, organizzatore e ideatore delle tantissime iniziative del Carnevale ruvese, assieme al Gruppo Teatrale “B. Minafra”.
Grazie ai social network, però, ci si sente meno soli e si respira aria di festa: foto di travestimenti divertenti, di ricordi carnevaleschi e di deliziosi dolci preparati in casa.
La pandemia da Coronavirus ci ha costretti ad adattarci e a reinventarci senza perdere lo spirito gioioso tipico di questa festa.
Ruvo di Puglia, quest’anno, non piange la morte di “Mbà Rocchetidde Cape de Rafanidde”, maschera tipica del Carnevale rubastino.
“Mbà Rocchetidde Cape de Rafanidde – si legge in una descrizione del 2013 a cura di Vito de Palo – è un uomo tirchio fin nel midollo e si potrebbe dire “che ha i ricci nelle tasche”. Le sue guance sono ben rosse non per il sole cocente ma perché il nostro compare preferisce colorare il suo viso con il vino, usando più la “sbronza” che l’abbronzatura. Ma il suo colorito diventa ancor più rosso durante i frequenti “pechidde” con gli amici, davanti ai fiumi di vino e qualche sigaretta fatta con carta oliata della mortadella e tabacco trinciato. Tornando a casa non manca mai di “allisciare il pelo alla moglie”, nell’ottica del principio, che lui non sa perché, ma la moglie sì. Un’altra dote che gli appartiene è quella di essere “mbresckande”: ha un’attrazione fatale verso l’indebitamento: gli hanno pignorato il cane, la porta di casa e il corredo della moglie ma ha scarsa tendenza ad onorare i pagamenti; al paese nessuno gli fa più credito e lui continua ad essere pignorato“.
Mbà Rocchetidde Cape de Rafanidde è, si fatto, il rappresentante grottesco della ruvesità: un contadino che preferisce passare le sue giornate e serate a “Porta Castidde” più che alla “Defaise”, un attento controllore degli eventi che interessano il Comune che giunge però sempre a una medesima conclusione, ovvero che “La colpe è dù Comiune”.
Il fantoccio ruvese per quest’anno è salvo! Non avrà fatto la sua solita scorpacciata di calzone con sponsali, spaghetti, olive nere e acciughe che, come ogni anno, lo porta alla morte.
Il suo funerale, però, quest’anno non sarà celebrato, non verrà letto il testamento in Piazza Matteotti che, puntualmente, delude parenti e ruvesi per il lascito in passivo tanto da indurre tutti a un liberatorio rito igneo sul suo fantoccio.
La “Quarantana” nel 2021 non dovrà piangere la dipartita del caro marito, bruciato la sera del Martedì Grasso per cancellare il male e il malocchio e si vedrà improvvisamente appesa per le strade della nostra città.
Pausa forzata per il Gruppo Teatrale “Biagio Minafra” che, ci auguriamo possa tornare quanto prima ad animare e a colorare le strade della nostra città in questo giorno di festa.