Capone presenta "Diario di Bordo": Puglia, innovazione e internazionalizzazione
Investire su innovazione e internazionalizzazione funziona. Lo dicono i dati: in sei mesi (da giugno 2015 a gennaio 2016) alla Regione Puglia risultano pervenute, solo per lo strumento dei Contratti di Programma, 14 istanze di finanziamento per un ammontare di 397.352.243 milioni di euro di cui 243 di investimenti esteri. Se consideriamo poi tutti gli incentivi attivati nella nuova programmazione 2014-2020 la somma è di quasi 900 milioni di euro. Sono questi i numeri che porteranno la Puglia verso il 2025.
A renderli noti Loredana Capone, assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia, alla presentazione barese del suo “Diario di bordo” in una sala gremita. Molti gli intervenuti, infatti, all’appuntamento. A partire dai relatori: il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il rettore dell’Università di Bari Antonio Felice Uricchio, il professore dell’Università di Bari Federico Pirro, il presidente del CNR Luigi Nicolais, il professore dell’Università del Salento Alessandro Sannino.
Nell’Aula magna “Aldo Cossu” del Palazzo dell’Ateneo di Bari erano presenti anche i direttori dei dipartimenti dell’Università degli Studi di Bari, i vertici di Confindustria, Confcommercio, della Camera di Commercio di Bari, delle più importanti imprese pugliesi, i rappresentanti delle sigle sindacali, i presidenti dei distretti regionali tecnologici e produttivi.
Una platea altamente qualificata che non ha lesinato commenti entusiastici e parole di fiducia. “Valutare le criticità e le opportunità date dal vecchio ciclo di fondi strutturali significa programmare meglio”, ha detto l’assessore regionale. “Programmare insieme ai pugliesi, alle Università, ai centri di ricerca, alle imprese, ai sindacati.
Questo è il nostro obiettivo e i dati ci danno già ragione, anche quelli della vecchia programmazione dove abbiamo raggiunto 4 miliardi di investimenti in Puglia. Oggi, con la nuova, 2014-2020, registriamo già ottime performance, soprattutto nell’attrazione di investimenti: più di metà dei progetti programmati dalle imprese grazie ai contratti di programma proviene, infatti, dall’estero. La ricerca e l’innovazione hanno reso certamente il sistema ancora più competitivo.
Molte cose restano, però, ancora da fare: maggiore orientamento al lavoro, maggiore conoscenza dei mercati per aiutare i giovani a non perdersi tra le maglie di un mondo che sta cambiando. Pensiamo all’innovazione dell’e-commerce. La banda ultra larga, tema di grande attualità, è fondamentale per agevolare il commercio elettronico ma ci vuole anche un cambiamento culturale delle imprese che, oltre al negozio fisico, devono investire sulla vendita virtuale e devono favorire l’occupazione di figure professionali che oggi il mercato richiede e che non sono ancora oggettivamente facili da reperire. E’ il momento di fare il punto su una grande opportunità: quella di avere un sistema economico che si aggrega, che fa rete e, quindi, imprese che si organizzano meglio in filiera. Questo vale anche per il turismo e per la cultura”.