“Cantando sotto le stelle – Tributo ai cantautori” della Rubis Canto emoziona tra ricordi e talento
Voci purissime hanno cantato il pianto della bella fanciulla per il suo “Geordie”, ballata inglese del XVIII secolo rivisitata dal grande Fabrizio De Andrè, come anche la mesta ed elegante “Ovunque sei” di Umberto Bindi, cantautore che ha provato sulla sua pelle il moralismo bigotto dello spettacolo italiano. Cantautori della scuola genovese, come Bindi e Tenco (“Vedrai”), l’indimenticabile Battisti, l’elegante Sergio Endrigo e Domenico Modugno che il M° e tenore Nicola Bucci, ha voluto omaggiare cantando “Vecchio frac”: tutti proposti nel concerto, giunto alla sesta edizione, “Cantando sotto le stelle – Tributo ai grandi cantautori” dell’Ensemble “Rubis Canto”, diretto dal Maestro, e inserito nella rassegna “Evoluzioni”.
Un concerto che non ha deluso le aspettative, come sempre.
Ieri, nel Chiostro del Convento dei Domenicani, nonostante le temperature che stanno diventando sempre più fresche, molti hanno apprezzato lo stile, la voce e l’interpretazione degli allievi del tenore, che l’Assessora Monica Filograno, ha equiparato all’educatore Danilo Dolci, secondo il quale il progresso di una comunità avviene valorizzando la cultura e le competenze locali e il M° Nicola Bucci lo fa, sin dal 1989, quando fondò il coro, facendo fiorire da ogni ragazzo le proprie potenzialità.
Lo studio, l’impegno, il lavoro e il talento sono gli unici strumenti necessari per emergere nel mondo dell’Arte: i talent show non lo permettono, dal momento che fomentano rivalità e mercificano quello che deve essere puro e intatto: il talento, appunto.
Bucci ha voluto dedicare il suo concerto alle popolazioni dell’Italia centrale colpite dal sisma, sperando che le note leniscano le loro ferite.
Era il Maestro a presentare le canzoni, abbandonandosi anche ai ricordi di quando, fanciullo, lui e sua madre si recarono al Bar Orchidea a Ruvo di Puglia per vedere la finale di Sanremo del 1958, dove trionfò Domenico Modugno con “Nel blu, dipinto di blu”, riproposta da tutti i giovani allievi nel finale del concerto e accompagnata dal pubblico.