CANAPA, UN’INFAMIA DA CANCELLARE E UN FUTURO DA RISCRIVERE
Cento. Tanti sono gli anni della pianta a sette punte sul banco degli imputati. Dietro le sbarre, come il peggiore dei criminali, vi è la Cannabis Sativa Linnaeus, la canapa italiana, volutamente poi storpiata nell’infamante dispregiativo di “mariujana”. Nessuna attenuante. La condanna per l’erba del diavolo, tacciata di ogni genere di infamia, è la più pesante: l’ergastolo. Vietata la coltivazione, la pianta dai mille usi diventa uno spauracchio da estirpare e diserbare col più potente veleno dalla faccia della terra.
Questo, il “la” iniziale della conferenza “CANAPA passato – presente – futuro”, svoltasi sabato 21 luglio in un centralissimo Corso Gramsci e che scaturisce da un ménage à trois di forze territoriali ruvesi ben radicate: “Bianco Rosso e Bollicine” di Mariangela Pellegrini, “Apuliae Terrae” Associazione Culturale con presidente Laura Pellicani e “Azienda Agricola Fiore” di Matteo Antonio Fiore.
Il Don Chisciotte della serata è Claudio Natile, fondatore e presidente dell’Associazione “CANAPUGLIA” con sede a Conversano che, da più di qualche anno ormai, si è fatto convinto oppositore di quella che sotto gli occhi di tutti appare come un’ingiustificata crociata anti-canapa. L’obiettivo? Restituire dignità ed identità ad una pianta straordinariamente utile.
Ad un pubblico molto incuriosito e partecipativo, il paladino di Canapuglia ha ricordato il passato della tradizione agricola mondiale (da cui non si sottrae neppure l’Italia, che anzi era fino ai primi del ‘900 la seconda produttrice di canapa dopo l’Unione Sovietica), gli svariati ambiti di utilizzo e la sua fama, praticamente dalla notte dei tempi, di pianta miracolosa.
La produttività della Cannabis Sativa, coltivabile legalmente se con un contenuto di THC (cioè la sostanza psicoattiva prodotta dai fiori di cannabis) al di sotto dello 0,2%, è davvero molto ampia. Una stima parla di più di 25 mila prodotti estraibili dal “maiale vegetale” (come ribattezzato per la sua completa utilizzabilità), quali: semi, olio, birra, farina, pasta, carta, medicinali, materiali per l’edilizia, plastiche, combustibili da biomasse, tessuti.
Una riscoperta che avrebbe risvolti positivi incredibili sulla salute umana, sull’economia, sull’ambiente.
E nella lotta contro il lavaggio del cervello perpetrato da troppo tempo ai danni della nostra amica canapa, l’Associazione Culturale Apuliae Terrae in collaborazione con l’Azienda Agricola Fiore ha intrapreso un percorso davvero ambizioso, quello cioè di portare la sfortunata storia della cannabis nelle aule scolastiche di alcuni istituti superiori di Ruvo, Terlizzi, Corato e Bitonto.
Sarà possibile l’indulgenza?