Buona affluenza alla Sagra del Fungo Cardoncello
Ammannito in diversi modi, ecco il fungo cardoncello, umile nel suo colore ma sontuoso ingrediente delle pietanze preparate nelle case dei pugliesi in autunno.
E’ il sovrano indiscusso di una sagra, che quest’anno a Ruvo si svolge dal 7 al 8 novembre e può essere considerata una festa del ringraziamento, per la ricchezza di prodotti che la terra e il lavoro dell’uomo donano.
La Sagra del Fungo Cardoncello è una festa per il palato, la vista, l’olfatto e le orecchie.
Ed è anche un momento di arricchimento culturale. Infatti, alle 16.00, le guide della Pro Loco hanno accompagnato molti turisti e ruvesi alla scoperta delle bellezze di Ruvo quali il Museo Jatta, la Cattedrale, la Torre dell’Orologio e la Pinacoteca Comunale.
Mentre si cammina, si deve fare attenzione a non urtare chi sorregge contemporaneamente profumati piatti fumanti e un bicchiere di buon vino. Qualcuno si ferma al lato di una strada del centro storico e mangia cavatelli e cardoncello, oppure salsiccia condita con sugo di funghi o anche bruschettoni di caciocavallo e funghi.
I commercianti, in generale, si ritengono piuttosto soddisfatti per l’affluenza delle persone, molte delle quali provengono dai paesi limitrofi. Anzi, ci sono molti stranieri, soprattutto americani attratti dalle bellezze della Puglia e dalla buona cucina. Un erbivendolo, con camicia a quadretti e fazzoletto rosso al collo, è soddisfatto anche dai ruvesi. E i banchetti dei fruttivendoli sono una sinfonia di colori: c’è il rosso dei pomodori, il verde delle rape e dei cardi, il marroncino rossastro delle melegrane e poi lui, il cardoncello.
Ma la Sagra è anche un’ottima vetrina per gli artigiani e gli artisti. Presso lo IAT, è allestita una piccola mostra pittorica di artisti ruvesi ma si è colpiti dalle suggestive creazioni in legno intagliato di un artista locale. In Piazza Bovio, molto frequentato il mercatino dell’antiquariato, dove si possono trovare oggetti vintage e anche homemade.
Piazzetta Fiume risuona delle sonorità del gruppo folk “I Galletti della Valle d’Itria” mentre in Largo Cattedrale “I Musicanti del Paese Azzurro” di Casamassima intonano canti tradizionali pugliesi. Il culmine si raggiunge con la Municipale Balcanica che, in Piazzetta Le Monache, ripropone molti pezzi storici tra cui un omaggio a Nino Rota, tratto dal film “Storia di amore e anarchia”.
Unico neo, a mio avviso, è il sovraffollamento del centro storico che, in alcuni tratti, rendeva veramente difficoltoso il passeggio, non consentendo di godere appieno della sagra.
Ma questo è un disagio causato dai lavori di ristrutturazione di Piazza Matteotti e, tutto sommato, con un po’ di pazienza, si può sopportare.