Attualità

Bilancio regionale di genere, stanziati 172 milioni di euro

La Sezione per l’attuazione delle Politiche di Genere della Regione Puglia ha presentato nella giornata odierna il documento regionale di rendicontazione di genere 2021-2022, redatto in collaborazione con la Fondazione Ipres. La presentazione ha avuto luogo nel corso di un workshop nella sala Di Jeso della Presidenza della Regione nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile, organizzato dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS).

In apertura della giornata di studi è intervenuto il Capo di Gabinetto del Presidente della Regione Puglia: “Il Bilancio di Genere è un lavoro prezioso, uno strumento indispensabile perché rappresenta il presupposto per verificare l’efficacia delle politiche pubbliche”. Il Segretario Generale della Presidenza regionale ha riconosciuto un valore duplice al documento: “Il Bilancio di genere si pone come documento di programmazione strategica che orienta le scelte del decisore politico, oltre a essere lo strumento privilegiato per realizzare l’accountability nel percorso verso l’equità di genere”.

Durante la prima parte della giornata di studio sono state illustrate in maniera analitica le evidenze numeriche del Bilancio di genere 2021-2022. “Obiettivo di questo workshop è avvicinare comuni, Asl ed enti che vogliano andare al di là di numeri e indicatori di questo strumento di analisi e di programmazione, che non realizza solo una rendicontazione ex post ma anche una programmazione ex ante delle spese di genere” è il commento della Dirigente della Sezione per l’attuazione delle Politiche di Genere della Regione Puglia, che ha successivamente esaminato il grado di attuazione dell’Agenda regionale di genere (composta da 6 aree di intervento e da 60 schede di intervento). Il 22% delle azioni risultano attuate e finanziate, il 43% risulta in corso, mentre il restante 35% è da programmare.

In base alla Valutazione d’Impatto di Genere (VIG), effettuata sulle determine e sulle delibere prodotte dall’ente regionale da aprile a dicembre 2022, il 79% degli atti risulta neutro, il 15% ha prodotto un impatto indiretto sul contrasto al gap di genere, mentre il restante 6% ha inciso in tal senso in modo diretto.

La Program Manager della Fondazione Ipres ha approfondito ulteriormente le evidenze emerse dalla compilazione del Bilancio regionale di genere: le risorse destinate alle schede d’intervento ammontano a 192 milioni di euro (di cui 174 milioni derivanti da fondi FESR e FSE). Secondo le categorie del MEF su cui è stato parametrato il bilancio, il 67% delle spese sono risultate di natura sensibile, ovvero potenzialmente correlabili alla riduzione delle disuguaglianze  di genere, il 16,4% degli interventi sono stati qualificati come diretti a questo obiettivo, mentre il restante 16,4% delle misure finanziate è risultata di natura neutrale. Tra le spese dirette finanziate, di particolare rilievo quelle inerenti al contrasto della violenza, alla salute e alla conciliazione vita-lavoro.

Nella seconda parte del workshop il Direttore della Struttura Speciale Comunicazione Istituzionale della Regione Puglia ha moderato una tavola rotonda sugli sviluppi futuri delle politiche di contrasto alle disparità di genere, dall’ambito nazionale a quello locale. Al dibattito hanno preso parte rappresentanti dell’Ufficio XV Ispettorato Generale del Bilancio della Ragioneria Generale dello Stato e dell’Ufficio per le politiche delle pari opportunità della Presidenza Consiglio dei Ministri, la Delegata del Rettore alle Politiche di Genere dell’Unisalento e il Consulente Manageriale PA di Lattanzio KIBS.

Al termine della giornata di studio, i saluti del Direttore della Struttura Speciale Comunicazione Istituzionale della Regione Puglia: “Serve mettere a sistema il flusso dei dati in maniera semplice e accessibile, lavorando su indicatori sempre nuovi in modo da incidere sulla misurabilità del fenomeno in questione e rafforzare la coerenza con le misure del decisore politico, in questo modo negli anni a venire sarà possibile colmare le disuguaglianze e persino capovolgere i dati sul divario di genere”.

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