DA BERGAMO FABIO CALDAROLA: “NON SOTTOVALUTATE QUESTO VIRUS: E’ STRAZIANTE”
Quando si parla di Bergamo non si può non pensare alle immagini dell’Esercito che trasporta le salme in altre regioni.
Un silenzio assordante quello che si respira nel comune lombardo, interrotto drasticamente dal terribile suono delle ambulanze.
Bergamo è, di fatto, la provincia più colpita dal Coronavirus in termini di vittime: con più di cinquemila positivi e circa “un defunto ogni mezz’ora“, come dichiarato dall’assessore ai Servizi Cimiteriali del Comune.
Il web e i social network aiutano a sentirsi meno soli in questi giorni duri e difficili. A raccontarlo è il ruvese Fabio Caldarola, studente di Lingue Orientali nella città bergamasca.
“Mi auguro – racconta Fabio – che la situazione non arrivi al nostro punto. Passano ambulanze di continuo. Sono scene orribili. Qualche sera fa un anziano che abita difronte casa mia è stato portato via in ambulanza, è stato straziante“.
“Trascorro le mie giornate in compagnia del giardinaggio, con le mie piantine sul balcone, della cucina, dello studio, delle faccende domestiche e dell’attività sportiva. Poi, ci sono le videochiamate che non mancano mai. Sento ogni giorno la mia famiglia ed è come se stessi a Ruvo con loro“, ci spiega.
Sono circa 23mila gli studenti fuori sede che sono rientrati dal Nord: il 15% si è messo in viaggio addirittura con la febbre. Tanti altri, invece, hanno deciso di affrontare l’emergenza lontani da casa, per amore e senso di responsabilità: “Sono sceso a Ruvo molto prima che succedesse tutto. Poi sono rientrato per l’università. Quando è iniziata la quarantena mi trovavo già qui a Bergamo e non me la sono sentita di scendere, essendo uno dei Comuni più colpiti da Covid-19. L’ho fatto per i miei nonni, genitori, amici e parenti. Cerco di cautelarmi qui, da solo, senza rischiare di poter infettare qualcuno“.
“Spero che questa scesa in massa verso il sud – aggiunge Fabio Caldarola – non sia un problema ancora nei prossimi giorni”.
Una Bergamo messa letteralmente in ginocchio da un’emergenza seria e complessa.
“Non sottovalutate questo virus – conclude il ruvese – e non prendete sottogamba la situazione. Lo stavamo facendo noi fino a venticinque giorni fa anche qui a Bergamo. Nessuno è immune e siamo tutti a rischio, non solo gli anziani. Il virus non seleziona in base all’età. Spero tanto che questa situazione passi al più presto, così da poter scendere tranquillamente e riabbracciare la mia famiglia“.