Balli e un flash mob per ricordare le vittime di Parigi: il racconto dell’evento dei ragazzi dell’ITSET
I ragazzi dell’ ITSET “Padre A.M. TANNOIA” di Ruvo di Puglia hanno mantenuto la promessa.
L’evento “LA MAGIA DELLA MUSICA…LINGUAGGIO UNIVERSALE: CONOSCERSI PER CONVIVERE E CONDIVIDERE”, nell’ambito del progetto didattico “INTEGRIAMOCI”, ha coinvolto ed emozionato tutti coloro che nella serata di lunedì passavano per la Piazza dell’Orologio e si fermavano a guardare i balli dei ragazzi vestiti di rosso.
Il tutto nella fantastica cornice del Villaggio di Babbo Natale, quanto mai gremito di curiosi e amanti delle atmosfere natalizie.
Ragazzi “cittadini attivi”, che considerano la diversità una forma di ricchezza; che sono interessati e partecipi di quello che accade intorno a loro.
Musica gioiosa, ritmata quando, a un tratto, i ragazzi si allontanano dal centro della piazza. Una ragazzina procede verso il centro, stringe una sciarpa bianca e poi la adagia, con delicatezza su una panchina, accanto al grande albero bianco. Con le mani al petto, ritorna al centro e si dondola dolcemente al ritmo di una canzone della Piaf. E’ la volta di un ragazzo che segue lo stesso rituale e posa una sciarpa rossa accanto alla bianca. Infine, una ragazza che lascia una sciarpa azzurra. Ecco, è la bandiera francese. Poi tutti i ragazzi si mettono al centro e si muovono, uniti,al ritmo di questa canzone. E’ il flash mob a sorpresa, dedicato alle vittime dell’attentato di Parigi lo scorso 13 novembre.
Un flash mob che assume un significato particolare. L’attentato vuole seminare paura nei confronti di chi è diverso, quindi un potenziale nemico, quindi una persona da escludere. Ma questa è la serata dell’inclusione e alla paura si reagisce con la voglia di vivere. Ed ecco che i ragazzi si scatenano con balli movimentati, sulle note di “All I want for Christmas is you” di Mariah Carey.
Graziosi alberelli di Natale in stoffa, decorazioni handmade, cioccolatini: ecco quello si poteva acquistare nello Stand della Solidarietà allestito dagli studenti, perché condivisione è anche solidarietà.