AUMENTO GAS PESA SU FAMIGLIE E IMPRESE
L’aumento delle bollette del gas pesa su imprese e famiglie costrette a fare i conti con i pesanti effetti dell’inflazione sui consumi, ma è anche il prezzo impazzito dei carburanti a incidere sui costi di cittadini, agricoltori e allevatori. E’ quanto afferma la Coldiretti Puglia, in riferimento stimato del +10% delle bollette del gas in autunno. Una preoccupante inversione di tendenza con la spesa energetica che ha un doppio effetto negativo perché – sottolinea la Coldiretti – riduce il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie, ma aumenta anche i costi delle imprese particolarmente rilevanti per l’agroalimentare. Una tendenza che rischia di accentuarsi per le tensioni internazionali nei mesi più freddi in cui più elevati sono i consumi e di conseguenza gli impatti economici. Il costo dell’energia – continua la Coldiretti – si riflette infatti in tutta la filiera e riguarda sia le attività agricole ma anche la trasformazione e la distribuzione.
A subire le conseguenze degli ingiustificabili rincari di benzina e gasolio è l’intero sistema agroalimentare, con i prezzi del carburante agricolo balzati di 0,22 euro al litro in 1 mese che stanno facendo fermare i trattori per le arature nelle zone cerealicole e aggravano pesantemente i costi dell’irrigazione di ogni coltura, ma fanno lievitare anche i costi della logistica quando l’88% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su gomma.
Il caro carburanti con il balzo dei prezzi del gasolio agricolo – spiega Coldiretti Puglia – fa esplodere i costi orari delle lavorazioni, per cui si fermano i trattori nei campi, ma c’è il rischio che si fermino anche i pescherecci alle banchine. Con l’aumento esponenziale dei costi di produzione in campagna e l’andamento climatico anomalo che ha decimato i raccolti, con tagli della produzione per caldo, siccità e maltempo che quest’anno vanno dal 30% per pesche e nettarine fino al 40% in alcuni areali dell’uva da tavola – secondo Coldiretti Puglia – occorre garantire agli agricoltori un compenso adeguato per garantire la sopravvivenza delle imprese agricole.
Con l’inflazione alimentare che galoppa e le famiglie costrette a tagliare gli acquisti, la penuria di produzioni pugliesi che si sono salvate dagli eventi estremi degli ultimi mesi e i rincari di benzina e gasolio dove i costi della logistica arrivano ad incidere attorno ad 1/3 sul totale dei prezzi al consumo per frutta e verdura, hanno ingenerato rincari dei prezzi, spesso ingiustificabili, con una differenza enorme – aggiunge Coldiretti Puglia – tra il costo dei prodotti in campagna e quelli al dettaglio.
La produzione agricola e quella alimentare in Puglia assorbono oltre il 10,3% dei 5,578 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) all’anno dei consumi totali. In Puglia il settore dei trasporti (34,6% dei consumi finali) si conferma tra l’altro il settore più «energivoro» ed è caratterizzato da un largo utilizzo di combustibili liquidi che coprono il 93,9% dei consumi del settore, ricorda Coldiretti Puglia sulla base dei dati MISE, Terna ed Enea.