“Artisti e Supereroi”, grande festa per “l’eroe” in ognuno di noi
L’arte in tutte le sue espressioni contribuisce a infondere sicurezza in sé e consapevolezza della propria unicità, delle proprie perfezioni e imperfezioni che fanno di noi non superuomini ma supereroi.
Questo è il messaggio di “Artisti e supereroi”, evento conclusivo del laboratorio artistico “Look at me – Apologia di un selfie” a cura dell’associazione culturale sociale “Ruvo 2.0 – Ing.Salvatore Barile” su un’idea dell’artista Daniela Raffaele Clitorosso. L’evento è nato dalla rete tra associazioni, scuole e operatori culturali tra i quali vi sono la Vamp Academy di Angelica Di Franco, in collaborazione con la Scuola Tamborey del Maestro Vincenzo Cantatore, e la casa di produzione Morpheus Ego di Michele Pinto.
Epicentro della “festa conclusiva”, che si è svolta domenica scorsa nell’Aula “F.lli Carrante” del I Circolo Didattico “Giovanni Bovio” è stata la mostra di autoritratti e maschere personali, bianche o variamente decorate, realizzati da piccoli artisti nel corso del laboratorio, condotto negli spazi dell’associazione dai tutor Daniela Raffaele, Gianni Todisco, Fidelia Catalano, Angela Catalano, Anna De Astis, Carla Pellicani con il supporto della psicologa Liliana Bellavia. I piccoli artisti, di età compresa tra i 6 e 10 anni, sono stati accompagnati, con leggerezza e profondità, nell”analisi del proprio volto e nella elaborazione e visione dello stesso attraverso il disegno, l’autoritratto, in cui sono emerse anche quelle piccole imperfezioni che li rendono unici. L’esecuzione di un autoritratto richiede concentrazione, studio e uso sapiente dei colori ed è tanto prezioso proprio perché richiede tempo, uno dei metri di giudizio del valore di un’opera. I laboratori sono durati solo dieci ore, tuttavia, ma per i piccoli artisti sono state tante e ricche di insegnamenti trasmessi dai docenti. Docenti che, a loro volto, hanno trovato fonte di ispirazione ed energia creativa dal contatto con i piccoli.
Ma l’unicità si esprime non solo nel disegno, ma anche nella musica, nella danza, nel canto – intensa l’interpretazine di “Beautiful” di Christina Aguilera a cura delle allieve della Vamp Academy – e nel piacere di condividere l’amore per i libri.
Ed è proprio la performance tellurica di giovanissimi percussionisti, guidati da Cantatore, a dare avvio all’evento. Segue l’omaggio del “true believer” Michele Pinto a Stan Lee, padre, insieme a Jack Kirby di «supereroi con superproblemi» quali la famiglia “disfunzionale” dei Fantastici 4; Hulk; Thor; Iron Man e gli X-Men mentre con Steve Dikto, dà vita a Spider Man sotto la cui maschera si nasconde il timido Peter Parker: a Natale l’Uomo Ragno avrà il volto di Miles Morales, insicuro teenager. Ora se nei comics la maschera e il mantello celano il volto di persone apparentemente fragili e fanno emergere, al contempo, la grande forza ed energia innata; nella realtà la maschera di cui molti si rivestono, soprattutto i più giovani, assume la forma del “selfie compulsivo”, l’autoritratto 4.0, puro o filtrato, spesso codificato in precisi canoni estetici che appiattiscono la personalità. e, in questo caso rivela le fragilità, le insicurezze e le incertezze di coloro che non accettano le proprie unicità.
E di un adolescente che rifletteva sulla omologazione nella società sono le parole citate da Michele Barile, presidente dell’associazione “Ruvo 2.0 – Ing. Salvatore Berardi”: si tratta del Venerabile Carlo Acutis, morto nel 2006 a soli quindici anni, che scriveva: «Tutti nasciamo come originali ma molti muoiono come fotocopie» esortando, così, a non adeguarsi acriticamente a canoni codificati, ma a custodire la propria autenticità. Se i ragazzini, i bambini desiderano conformarsi a modelli imposti dai media non è forse dovuto anche alla mancanza di tempo o meglio alla qualità del tempo che dedichiamo loro? Se fossimo più vicini ai piccoli, che ci guardano, li aiuteremmo a indirizzare i loro desideri, a «proiettarsi verso le stelle» con maggiore consapevolezza e autostima.
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Il Maestro Gianni Todisco ha sottolineato come nel corso dei laboratori, programmati a lungo e con dedizione, ci sia stato uno scambio reciproco di saperi e valori, di emozioni ed energia tra i giovani allievi, molto attenti, e tutor tanto che ha dichiarato che «i veri maestri sono i bambini». E ha ricordato, tra i momenti più intensi, la creazione delle maschere sui volti dei piccoli. «È un momento bellissimo quando vedi la fiducia negli occhi di un bambino sul cui volto crei il calco della maschera: a mala pena respira eppure sta fermo, fiducioso in quello che fai».
Daniela Raffaele, anima del progetto, la quale da sempre, sin da “In-perfectione”, conduce una battaglia artistica, ha ricordato come tramite i bambini ci si ricongiunga a Dio ed è per questo che è indispensabile preservare la loro autentica personalità aiutandoli ad accettare i propri difetti che possono essere convertiti in pregi.
Una consapevolezza che si accresce anche con la lettura e verso questa direzione è veicolato il progetto “LiberEroi” dell’associazione culturale Calliope che intende valorizzare, nell’Italia fanalino di coda per quanto riguarda il numero di lettori, gli adolescenti che amano leggere, i giovanissimi eroi che, piccoli Ulisse, resistono alle lusinghe dei social, moderne sirene. Una singolare interpretazione della figura dei LiberEroi è stata fornita da Pinto nell’omonimo corto in cui un gruppetto di giovanissimi supereroi libera da Smartphone una piccola grande lettrice seguendo come pista le citazioni dei classici quali “Il buio oltre la siepe” di Nelle Harper Lee. Nicola Catalano, libraio e collega di Rosangela Bellifemine nella libreria “L’Agorà – La bottega delle Nuvole”, ha spiegato come il progetto, intrapreso questa estate, intenda facilitare l’incontro di ragazzi amanti della lettura mettendo uno spazio a loro disposizione in cui confrontarsi, recensire, dare suggerimenti e interagire con l’Amministrazione. Ma senza dare vita, tuttavia, a un circolo elitario: la bellezza di essere “diversi” consiste anche nella capacità di far (ri)scoprire agli altri la propria unicità coinvolgendoli nell’amore per la lettura.
Fidelia Catalano, laureanda all’Accademia di Belle Arti di Bari, ha descritto i laboratori in cui si sono studiati i fondamenti della storia dell’arte, alcune tecniche pittoriche e la vita dei grandi artisti come Giotto e Frida Kahlo la quale trasse dalla sua cagionevole salute fonte di ispirazione nei ritratti, inno alla vita.
Anna De Astis, laureanda in psicologia, nel laboratorio ha trasferito nozioni di psicologia ai bambini che, a loro volta, le hanno insegnato tanto. Ha fatto analizzare loro il volto, la prima fonte di relazione, lavorando sullo sviluppo del’autostima. E ha citato Lee per il quale se non fosse stato per il suo lato debole – il tallone -Achille sarebbe stato un perfetto supersconosciuto.
Elvira Fraccalvieri, Gestalt counsellor, arteterapeuta e docente presso l’ Istituto Gestalt Puglia IGP, ha narrato la sua esperienza di ragazzina timida che ha liberato il proprio mondo interiore facendolo esplodere in una miriade di colori e forme nei disegni. Refrattaria a canoni imposti dalle accademie, crede nella urgenza di dare spazio alle emozioni, pura energia, anche negativa, attraverso l’arte. I docenti usano parole per spiegare ma le parole devono essere adoperate anche per aiutare i bimbi a esprimersi. Non solo, in tal modo gli stessi docenti e gli adulti, in generale, si ricongiungerebbero con il fanciullino che è in ognuno di noi.
Mariatiziana Rutigliani, avvocatessa, criminologa ed esperta in cyberbullismo e devianze minorili ha ammonito adulti e genitori a non guardare il mondo attraverso lo smartphone. Spesso, incautamente, spinti dalla voglia di condividere ogni momento della vita del proprio figlio, condividono sui social immagini e foto senza essere consapevoli dei rischi a cui si va incontro. Per questo motivo è indispensabile un’alfabetizzazione informatica. Tra l’altro, ritiene che i momenti in cui i propri figli si esprimono debbano essere vissuti pienamente e non attraverso e solo la fotocamera di uno smartphone. I social e i device sono importanti ma devono essere gestiti con oculatezza. Rutigliani, poi, non crede nella efficacia degli sportelli d’ascolto nelle scuole perché i ragazzini e gli adolescenti vogliono essere ascoltati da chi è sempre con loro, genitori e insegnanti. Per questo invita a vivere coi propri figli e allievi un tempo di qualità. Plaude a coloro che sensibilizzano i figli all’arte e al Bello perché questo li stimola a essere persone migliori e rispettose del prossimo.
Un commosso ringraziamento di Daniela Raffaele al Maestro Todisco «uomo di buona volontà» e tutti gli altri che hanno collaborato nel laboratorio e per la riuscita dell’evento, tra cui i docenti e il dirigente Giuseppe Quatela, ha concluso la serata con l’auspicio che il progetto possa essere riproposto nelle scuole ruvesi e di altre città.
(Foto © Ruvesi.it)