ARRIVEDERCI PROF. DE PALO, IL TUO PATRIMONIO CULTURALE GRANDE DONO PER LE GENERAZIONI FUTURE
E’ andato via in punta di piedi. Come era nella sua indole, come quando con poche parole tracciava la via o lasciava un pensiero sul quale era giusto soffermarsi a riflettere.
Quando una persona varca la soglia dell’aldilà a chi resta viene spontaneo prender per mano quello che lascia e stringerlo forte a sè. E il patrimonio culturale che il prof. Vito De Palo lascia a noi ruvesi è immenso. E’ fatto di amore per il teatro, ma anche della e per la collettività ruvese a tutti i livelli. Le sue commedie vernacolari, nate da spaccati della nostra comunità, tirano fuori l’essenza di noi “rubastini”.
Quando il flusso della vita scorre, l’essenza delle cose viene messo in seconda fila. Quando siamo, inevitabilmente, costretti a fermarci viene quasi naturale difendere il nostro patrimonio, acquisirlo. Mancherà il prof. De Palo perchè con la sua arte trascinava un’intera compagnia teatrale, un paese che si ritrovava ai piedi del palcoscenico a conoscere sè stesso, quei lati di noi ruvesi che da “testa dura” quali siamo, spesso facciamo finta di non conoscere. Ma soprattutto a passare un pò di ore all’insegna del divertimento, del piacere di farsi una risata. E vi sembra poco?
Ha posto in evidenza il grande legame con la terra, ha cercato di rendere sempre più vive quelle radici ruvesi alle quali tutti noi siamo legati. Ha posto a confronto la civiltà contadina con il progresso che lentamente galoppava e fondava la società moderna, sempre con stile, con classe, senza mai offendere nessuno.
Alla base c’era il divertimento, il suo e quello degli altri. A 18 anni ha cominciato a scrivere commedie e non ha mai smesso di farlo. Le scriveva a immagine e somiglianza del suo grande amico Biagio Minafra, scomparso negli anni ’90 a causa di un infarto. la rielaborazione di quel lutto è durata un pò di anni, ma poi ha dato vita a un moto perpetuo che non si è mai interrotto. Nel nome del suo grande amico è andato avanti, ha continuato a disegnare per altri amici le sue commedie fondando l’associazione culturale “Biagio Minafra”, tutelando la tradizione e il patrimonio vernacolare. Era uno spaccato della nostra società, una compagnia composta da gente umile che diventava attore o attrice. Era un grande movimento di persone umili che facevano qualsiasi cosa pur di collaborare alla messa in scena della commedia.
Poi nacque Mba Rocchetidde e quel meraviglioso Carnevale popolare con tanto di testamento letto alla presenza dei ruvesi in Piazza Matteotti. Si narrava con stile, si regalava un sorriso a tutti, richiamando all’uguaglianza totale tra cittadini. La sua grande capacità era quella di esserci, di incidere, di lasciare un segno, ma senza mostrarsi, diventando un tutt’uno con la compagnia da lui fondata, la “Biagio Minafra”. Quella maschera che si rifaceva al passato e si traduceva in una persona che passava le sue giornate in piazza, sperando nell’eredità del padre che, in realtà, si era dissipata in altri modi.
Quando le generazioni future cercano tracce della nostra tradizione rubastina, si chiederanno “chi eravamo” inevitabilmente intrecceranno la strada con quanto da lui seminato.
Docente di geografia economica presso l’ITC “Tannoia”, abbracciamo la famiglia con grande gratitudine.
L’aspetto che purtroppo viene omesso spesso, non per colpevolezze a qualcuno imputabili, è il fatto che Vito De Palo è stato anche un bravissimo docente di Geografia Economica, di quelli che ti fanno amare veramente la materia e ti lasciano un segno in tutta la tua vita.