Arriva AMARCORD, la nuova rubrica settimanale di storie di vita rubastina
Ruvo, un paese incastonato tra la florida terra di San Nicola e quella raffinata del colosso Eraclio, che rifulge di luce propria con proverbiale modestia, non solo per la bellezza della Cattedrale o per la prestigiosa collezione di reperti archeologici provenienti dal Museo Jatta, ma anche per le vivide testimonianze delle persone che l’hanno vissuta. Grazie ai loro racconti, spesso impreziositi da piccole fotografie in bianco e nero, si consolida quel principio di memoria storica che le future generazioni devono impegnarsi a preservare, aggiungendo ai cambiamenti epocali del passato la sfida di un presente che irrompe nella quotidianità e non lascia indifferente una popolazione avvezza per natura a ritmi di lavoro ancestrali basati perlopiù sull’alternanza delle stagioni e sui frutti rigogliosi della campagna, periodiche feste religiose, innocui pettegolezzi e, addirittura, narrazioni leggendarie tramandate di padre in figlio.
Ne è stata fatta di strada da quando il gigante custode di Creta Talos divenne il simbolo di un’intera comunità, da quando il poeta latino Orazio menzionò Ruvo tra le tappe fondamentali del suo viaggio di discesa verso Brindisi, da quando il cavallo del conte Carafa si inchinò dinanzi all’ostensorio per celebrare la grandezza di Dio, e ce n’è ancora molta da percorrere!
Scongiurare l’oblio del tempo risulta dunque un’impresa possibile solo attraverso il recupero di quella fascinosa antichità da riscoprire negli aspetti più leggeri e goliardici, ai quali fa da cornice una galleria di personaggi memorabili che, dietro un’apparente semplicità, nascondono un enorme scrigno di aneddoti e ricordi, affidando a noi il compito di saperli evocare.
È questa la finalità della nuova rubrica settimanale intitolata Amarcord che ogni mercoledì vi accompagnerà in un viaggio a ritroso nel tempo per restituire vitalità a quel patrimonio immateriale di cui ogni ruvese dovrebbe ritenersi orgoglioso di esserne il detentore. Un’indagine conoscitiva, scevra di ogni accademismo, dedicata ad un approfondimento su chi eravamo e chi siamo diventati.