“Apriti Ruvo!”, la sfida dei cesti di Anna Catino
Come anticipato nell’articolo in cui si descrivevano le emozioni e i rinnovati colpi d’occhio di un nucleo antico illuminato per l’avvio di “Apriti Ruvo!”, l’azione del progetto “Vivo a Ruvo” del Distretto Urbano del Commercio, scriveremo dei protagonisti, degli imprenditori e start upper, della “gente visionaria e coraggiosa” le cui idee dovrebbero contribuire a una reviviscenza economica e culturale della città.
Partiremo dalla “Galleria degli artigiani”, in Piazzetta Fiume 10.
In un ampio locale, lo spazio è condiviso da cinque piccoli imprenditori tra i quali si è instaurato un rapporto che va oltre la mera cortesia “di prossimità”. Simbolo di questo “sodalizio” è la piccola giostrina carillon in un angolo: ognuno ha contribuito, con la propria valentia, alla realizzazione della stessa, affascinando, nella sua semplicità, piccoli e adulti con i cavallini e le barchette.
E piccoli capolavori di artigianato locale sono le creazioni di “Cesti e intrecci” di Anna Catino. “Spannafeiche” che accolgono pomodori e fichi da far seccare al sole d’agosto; panari, ceste e cestini da arredo, sporte per raccogliere frutti e funghi. Tutti in polloni di ulivo.
«L’ulivo è il simbolo della nostra regione, della Puglia ed è giusto creare con quello che la nostra terra ci offre» dichiara Anna.
Sempre in ulivo sono realizzati i piccoli cestini ornamentali in cui sono incassate Natività, le cornucopie e i deliziosi alberelli di Natale: oggetti che affascinano coloro che entrano in “galleria”.
«È da cinque anni che svolgo questa attività. Ne sono rimasta affascinata dopo aver frequentato un corso».
Nelle sue mani abili, i polloni di ulivo («purché il legno sia bagnato» avverte Anna) si curvano, prendono forme sinuose o geometriche che vanno a comporre gli arredi e gli utensili che adornavano le case dei contadini meno di un secolo fa.
«È un’arte molto antica che va recuperata: per questo organizzo laboratori in cui è possibile imparare quello che, un tempo, era un vero e proprio mestiere. Ma ritengo possa esserlo ancora oggi, perché si sta assistendo a un ritorno all’impiego dei materiali naturali e poveri e quindi a un aumento nella richiesta degli oggetti realizzati con questi stessi materiali, da parte di privati ma anche di agriturismi, b&b e altre strutture ricettive: se si considera che i panari di trenta-quarant’anni fa (e anche di più) sono conservati gelosamente da chi, per sua fortuna, li ha ereditati…E poi è difficile trovare maestri cestai: sono molto anziani e…tutti uomini».
Qui Anna sorride: «Quando si pensa a chi crea un cesto, un panaro, viene sempre in mente un uomo perché questo mestiere era prevalentemente maschile. Ecco, io ho voluto lanciare una piccola sfida e mi sono messa in gioco dando vita al mestiere di “maestra cestaia”».
Quando ha saputo del bando “Apriti Ruvo!”, ha colto l’occasione per far conoscere i suoi lavori e la sua arte ai ruvesi e non solo anche se non è la prima volta che opera a Ruvo di Puglia, avendo partecipato in qualità di docente e artigiana a laboratori ed eventi.
«Mi auguro che quest’arte, questi mestieri del tempo antico possano ritornare in auge: sono simbolo della nostra tradizione più autentica che, nonostante tutto, non perderemo mai».
(Foto © Ruvesi.it)