APPROVATO IL BILANCIO ESERCIZIO AL 2019 DELLA RUVO SERVIZI SRL
Con dieci voti favorevoli e sei contrari il Consiglio Comunale ha approvato il bilancio di esercizio della Ruvo Servizi 2019. L’assessore alle finanze, Rocco Marone, ha dichiarato la presenza di un utile per il 2019 di € 3.518 che si aggiunge all’utile portato a nuovo del 2018 di € 15.341.
“Aggiungo – ha detto Marone – che in relazione a tutti i servizi forniti dalla Ruvo Servizi, tutti i servizi presentano un risultato operativo positivo cioè i ricavi sono maggiori dei costi tranne che per quanto riguarda il servizio del Palazzetto dello Sport, che come sappiamo è stato chiuso nel giugno del 2019 per dei lavori che dovevano essere fatti e la società ha sostenuto anche dei costi per quando riguarda la casa del custode”.
“C’è stato un incremento dei ricavi netti di circa il 3,90% e un aumento sia dei costi esterni per € 36.503 che di quelli del lavoro per € 15.623 nonostante l’incremento del valore della produzione rispetto al 2018 di € 36.809. La situazione di liquidità ha subito qualche variazione e, infatti, c’è stata una riduzione delle disponibilità liquide per € 105.111 e un incremento dei crediti di € 110.571 per la maggior parte vantati nei confronti del nostro Ente determinando una minore liquidità anche se è migliorata la situazione debitoria in seguito alla diminuzione dei debiti verso fornitori. Si rileva altresì l’incremento delle immobilizzazioni per € 16.737″, ha spiegato l’assessore al Bilancio.
Dall’opposizione forti critiche sono giunte da parte del consigliere Antonello Paparella, Forza Italia, il quale ha puntato il dito contro il passivo di bilancio registrato al Palazzetto dello Sport di via C. Colombo dalla Ruvo Servizi, tutta colpa del Covid? “Quando sosteniamo – spiega Paparella – delle tesi da questi banchi, evidentemente le sosteniamo con un po’ di cognizione di causa. È accaduto, ma non per il covid perché per il covid dovremmo vedere l’anno prossimo che cosa succede, ma per il fatto che il Palazzetto è stato chiuso, Via Cristoforo Colombo, l’anno scorso noi avevamo detto che quel servizio così come veniva dato era in perdita. I fogli che ci hanno dato firmati, controfirmati, con tante di relazioni tecniche da parte del dirigente del settore dicevano tutt’altro, dicevano addirittura che si produceva una redditività pari a €20/30.000 all’anno. Verifichiamo che oggi questo dato, questo servizio è in perdita ed è vero perché è stato sei mesi chiuso il palazzetto, ma è altrettanto vero che non è possibile che un palazzetto dove si dice che è aperto dal lunedì al venerdì dalle 3.00 alle 9.00 la sera e il sabato e la domenica per le partite ufficiali di campionato abbia un utilizzo combinato, un combinato disposto di utilizzo di dipendenti del servizio mensa di appena 375 ore in sei mesi di apertura, perché facciamo una semplice divisione di 375 ore significa che è due ore al giorno aperto il Palazzetto e non è possibile, ma nonostante questo abbiamo una perdita e volevo capire”.
“Volevo capire a che cosa si riferisce l’ammortamento inserito in bilancio, anche perché poi la motivazione per cui l’amministratore della Ruvo Servizi dice che questo centro di costo ha chiuso in perdita è data dal fatto che il Palazzetto è stato chiuso per sei mesi, ma è anche dato dal fatto addirittura e questo non lo comprendo sinceramente dal fatto che, comprese quelle relative alla casa del custode, sia dal mancato pagamento di quanto dovuto da due società utilizzatrici del Palazzetto. Allora le abbiamo già portate a perdita. Se c’è un credito vantato nei confronti di un’associazione che ha utilizzato il Palazzetto dello Sport, questo credito genera e chiaramente è il risultato di un ricavo che si porta a reddito. Se il credito non viene riscosso allora si determina la perdita ma non penso che noi nel giro di sei mesi abbiamo… a meno che la società che ha utilizzato il Palazzetto non esiste più”, ha ribadito Paparella.
Sulla stessa linea d’onda l’intervento in Consiglio Comunale di Pina Picciarelli, “Italia in Comune” che ha spiegato le sue ragioni del “no” nella votazioni: “Alcune delle riflessioni che ha appena fatto il Consigliere Antonello Paparella sono, a mio modesto parere, condivisibili. Il senso dell’approvazione del bilancio di una società partecipata da parte del Consiglio Comunale è una sorta di mandato, di autorizzazione al nostro Sindaco, unico socio in quella società ad andare ad approvare il bilancio. Ora in scienza e coscienza, per dirla con un termine che va molto di voga ultimamente, io non mi sento di approvare questo bilancio. Non lo approverò perché ho troppo rispetto per la figura che poi in assemblea dovrà andare ad approvare questo bilancio e ritengo che in questo momento come Consigliere avendo un minimo di competenze non sono nelle condizioni di poter esprimere un giudizio oculato. Alcune cose le ho notate guardando la relazione. Abbiamo provato anche a interloquire su un paio di cosine in Commissione ma non c’erano gli strumenti, non c’erano i tempi, perché io non posso fare una serie di domande come il Consigliere Paparella Antonello. Lo sentivo e mi sembrava di sentire me stessa. In un Consiglio non le posso porre all’Assessore il giorno prima che ovviamente non potrebbe e non avrebbe gli atti pur volendo darmi delle risposte. Siccome comprendiamo bene il perché alcuni costi vengano trattati in maniera diversa da quello che la loro natura imporrebbe non è che ci scandalizziamo ma vorremmo almeno capirlo, capire quali sono le finalità e poter poi esprimere un giudizio oculato quindi non è negativo nel senso peggiore del termine, è semplicemente che io non ritengo in questo momento di poter esprimere un giudizio di approvazione di quel bilancio e dovendo il mio voto essere di autorizzazione al Sindaco come socio di andarlo a votare, in scienza e coscienza io non me la sento”