Religione

Apertura del mese missionario e momento interreligioso in memoria di don Roberto Malgesini

Giovedì 1° ottobre si apre il mese missionario che quest’anno ha come tema “Tessitori di fraternità”. Per l’occasione, il Centro Missionario propone alla comunità diocesana di vivere insieme una serata di preghiera e condivisione presso la parrocchia Immacolata di Giovinazzo.

Dalle ore 20.00 sarà possibile partecipare a un’adorazione eucaristica che vedrà un susseguirsi di letture, canti, gesti simbolici e testimonianze missionarie. Sarà inoltre presentata per la prima volta al pubblico l’icona di Maria, Madre della Missione¸ che ogni domenica di ottobre, a partire dall’11, si potrà venerare in una diversa città durante la celebrazione delle 19.00 (11 ottobre – parrocchia San Domenico di Ruvo, 18 ottobre – Cattedrale di Molfetta, 25 ottobre – parrocchia Beata Maria Vergine Immacolata di Terlizzi).

Al termine dell’adorazione del 1° ottobre, avrà luogo un momento di preghiera interreligiosa sul sagrato della parrocchia Immacolata di Giovinazzo in memoria di don Roberto Malgesini, “prete degli ultimi”, ucciso a Como da una delle persone che lui assistiva lo scorso 15 settembre.

Le origini extracomunitarie dell’assassino e i vari decreti di espulsione a suo carico sono stati sufficienti per riaccendere la polemica contro coloro che, scappando dalle proprie terre d’origine, colpite da guerre e fame, approdano in Italia in cerca di una vita migliore. Da qui, la proposta di un momento di preghiera interreligiosa per don Roberto, tessitore di fraternità e fulgido testimone di dialogo con i popoli, da parte delle associazioni laicali ed ecclesiali della Rete dei Popoli (di cui fa parte anche il Centro Missionario Diocesano) insieme alle rappresentanze delle comunità di varie provenienze e confessioni religiose residenti in diocesi, le quali tutte insieme dallo scorso anno organizzano a Molfetta la Festa dei Popoli.

La preghiera sarà recitata da rappresentanti della religione cattolica, buddista e mussulmana.

Ricordare don Roberto significa incentivare la vicinanza agli ultimi e il contrasto a ogni forma di discriminazione, ben sapendo che l’aiuto al prossimo, la mano tesa verso il disagio e l’esclusione spesso comporta dei rischi. Questi rischi, però, vale la pena correrli perché nessuno resti indietro, nessuno si senta uno scartato o, come diceva don Tonino Bello, un drop out.

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