ANTONINO IL "GIGANTE BUONO", "LA MUSICA AIUTA A NON SENTIRE DENTRO IL SILENZIO CHE C'E' FUORI"
“La luna è la stessa luna sopra di voi
Aglow con la sua luce fresca della sera
Ma brilla di notte in Tunisia
Non fa brillare in modo brillante”
Le stelle sono ardenti in cielo
Ma solo il saggio capisce
Quella che splende di notte in Tunisia
Esse vi guideranno attraverso il deserto di sabbia”
E’ la traduzione di “A Night in Tunisia” un pezzo composto da Dizzy Gillespie e Frank Paparelli, la cui interpretazione di Arturo Sandoval era stata postata da Antonio Summo sulla sua bacheca facebook. Antonino “gigante buono”, come aveva salutato il grande Bud Spencer, studente di 15 anni che non vedeva l’ora che la sua estate cominciasse.
Antonino divenuto stella che ha brillato durante la notte sostando su quella distesa immensa di uliveti.
Aveva recuperato brillantemente uno dei suoi due debiti e il professore lo aveva invitato a rientrare a casa, “ci vediamo nel pomeriggio” gli aveva suggerito. E lui tutto felice con il suo zaino era pronto a tornare a casa, a godersi un attimo di tranquillità.
Il tuo destino, la tua storia, costretta a scorrere rapidamente sui binari di un treno senza meta. Il padre non voleva andasse a scuola quella mattina, visto che fisicamente il ragazzo non era al top: sentore, tremendo sentore paterno.
Le porte che si aprono, tu che sali su un mezzo di locomozione tra i più sicuri della regione, ma il finale della tua storia va fatto rivivere partendo dall’amore dei parenti, degli amici, di una città intera.
Amava la tromba, la sua vita! Aveva pienamente superato l’esame al conservatorio e tutti sono increduli per una notizia talmente drammatica da non consentire alle dita di muoversi liberamente sulla tastiera e alla voce di emettere suoni.
E perchè no, il maestro Pino Minafra saprà farlo rivivere in un premio “Antonino”, presso il Conservatorio o nel corso del “Talos Festival”.
“Silenzio. È questo chiassoso silenzio. È questo silenzio assordante che spacca tutto. È questo vuoto incolmabile – scrive un suo coetaneo sulla sua bacheca – che brucia tutto. Un amico, un tesoro, un musicista, un sognatore. Uno studente, un figlio, un nipote, un cugino. 15 anni. Una tromba, quella sulla bacheca di Facebook, quella nel tuo cuore, che ricorda il silenzio… Ma tu no, tu non avresti voluto che quella tromba suonasse il silenzio. Forse meglio un pezzo jazz…o una marcetta allegra. Silenzio. Che senso aveva il silenzio? Che senso ha il silenzio? Ora tu saresti stato il primo. Sì il primo a prendere un pianoforte, una tromba, anche senza spartito e suonare, forse quel La-Re-La-Re-La che alla scuola media ci affascinava. E allora Antonio avevi proprio ragione, perché come già da te detto su WhatsApp, “La musica aiuta a non sentire dentro il silenzio che c’è fuori”.
“A night in Tunisia” perchè “le stelle sono ardenti in cielo”…