Politica

ANTONELLO PAPARELLA, UN ANNO DOPO: “NON HO PERSO LA VOGLIA DI FARE TANTE BATTAGLIE”

Tornare sui giorni che consegnarono le chiavi della città a Pasquale Chieco è esercizio non semplice per Antonello Paparella. E’ l’uomo di sempre, determinato, propositivo, ma i suoi muscoli facciali accennano ad abbassarsi quando si parla di quel 19 giugno 2016. Un uomo di sport che sa accettare le sconfitte, ma che forse ha perso la sfida in cui si sentiva realmente favorito.

365 giorni dopo è lì a soffrire per una Ruvo di Puglia che non spalanca le ali e si dimostra imballata per scelte che non gradisce.

Torniamo sulla scelta elettorale fatta dai ruvesi. Cosa è mancato per vincere quella sfida?

E’ mancata l’unione del centro-destra che poteva esprimere la maggioranza della volontà degli elettori e, invece, si è spaccata inesorabilmente. Dopo dieci anni di centro-sinistra era la volta buona per cambiare l’inerzia totale nell’attività amministrativa“.

Dopo un anno che Antonello Paparella troviamo dal punto di vista politico?

Trovate un Antonello Paparella più maturo, un Antonello Paparella che sta cercando in tutte le maniere di unire le forze del centro-destra. Siamo ancora all’inizio, ma abbiamo fatto un enorme passo in avanti. Stiamo ragionando con partiti che non ci sono in Consiglio Comunale. Con “IDeA” e “Direzione Italia” i rapporti sono ottimi e il centro-destra unito e compatto può davvero rappresentare qualcosa di positivo. In questa situazione il ragionamento e le idee che dobbiamo portare avanti ci possono dare grande slancio“.

Quante volte hai pensato a quel giorno. Ti sei sentito tradito da qualcuno o da qualcosa?

Ho preso atto di quella che è stata la sconfitta. Non mi aspettavo uno scarto del genere, ma non possiamo recriminare su quella che è stata la scelta fatta dagli elettori. Sicuramente sbagliata, ma inequivocabile. Non mi sono sentito tradito, ma certo che la città abbia perso una grande chance“.

Quella notte ai microfoni avevi detto “lascio il Consiglio Comunale”, poi nel corso del tempo hai trovato l’energia, gli stimoli giusti per andare avanti. Oggi ridiresti quella frase?

Ero intenzionato a ottobre a lasciare il Consiglio Comunale. Ho comunicato tale decisione al coordinatore provinciale on. Sisto, il quale l’ha respinto fortemente. Ho parlato con tutto il partito e con gli altri consiglieri e mi sono lasciato convincere a restare in consiglio comunale. Sto facendo un’operazione legata all’unione e al collegamento tra le varie forze del centro-destra. Vorrei costruire un’identità unitaria, ma so di non aver mantenuto la parola. Se il centro-destra dovesse prendere il largo nella sua totalità completa potrei dimettermi“.

Nuovi volti in casa Forza Italia, ti senti meno solo oggi rispetto a un anno fa? Che aria si respira?

Abbiamo approvato e voluto l’ingresso di due consiglieri comunali molto importanti e di un gruppo di persone che possano affiancarci e sostenerci. Oggi mi sento, come colui il quale ha cercato di collegare tutti quanti. Stiamo mettendo su un gruppo capace, pieno di risorse, con individualità importanti. Abbiamo risorse umane e professionali molto importanti ed è un grande inizio“.

Nei confronti di Tiziana avevi più delusione che odio, perché forse ritenevi che sarebbe potuta essere la chiave di volta per ribaltare le elezioni. Com’è nato il chiarimento?

Non provo odio per nessuno. Delusione tanta perchè tra me e Tiziana c’erano sempre stati ottimi rapporti personali. Non ho mai provato odio, ma una sensazione spiacevole derivante dalla certezza di non aver vinto. Un accordo al ballottaggio sarebbe stato decisivo per le sorti di questa città“.

Ti è capitato di ripensare a quei mesi e di individuare un errore che forse hai commesso?

Sì, un errore l’ho commesso. Nel momento in cui avevo intuito che non ci sarebbe stata l’unione completa del centro-destra, avrei dovuto rimettere sul tavolo la mia candidatura e chiedere l’azzeramento di tutte le altre esistenti. A quel punto avremmo avuto tutti un approccio diverso“.

Ripercorrendo le ultime fasi del ballottaggio, l’aria sembrava cambiata. Cosa è mancato nelle battute conclusive per giocarsi la partita fino in fondo?

Non erano percettibili 1.400 voti di differenza. La città si è espressa e prendo atto del voto, anche se sono convinto che in un anno di amministrazione, avremmo fatto molto più noi. Avevo un sentore differente, ma evidentemente mi ero sbagliato“.

Un anno di amministrazione Chieco: deluso o amaramente hai riscontrato conferme di quelle che erano le preoccupazioni espresse in campagna elettorale sul suo operato?

“Deluso di un aspetto: del fatto che non si valuti mai quello che arriva dai banchi dell’opposizione. Su alcuni punti si converge dopo, mai prima. Siamo governati da una esterna che ha bisogno di ambientarsi e conoscere Ruvo. E’ molto complicato affrontare dei problemi se non si vive il quotidiano di una città. Serviva una persona con grande lungimiranza e conoscenza delle problematiche della città. Da un punto di vista programmatico, un anno può essere una solerzia rispetto a un percorso. Eppure delle famose pietre miliari da collocare per lanciare la città, non ne ho vista una. Dal punto di vista della macchina amministrativa non è cambiato niente. I fulcri sono sempre gli stessi, nessuna posizione è stata cambiata.  Esprori: portati a termine accordi già avviati da tempo, mentre per recuperare i 12.800.000,00 € nulla si è fatto. Sono convinto che anche nei prossimi quattro anni tutto rimarrà così. Sul piano del turismo, a parte gli eventi natalizi, nulla si è fatto. Il voto resta insufficiente”.

Rapporto conflittuale con l’opposizione: come se ne esce.

“La dialettica e lo scontro verbale se costruttivi possono far crescere tutti quanti. Io mi arrabbio quando si è bugiardi e si nega l’evidenza. Tutto ciò è capitato già due volte: in occasione della rimodulazione dei mutui e con la votazione relativa ai debiti fuori bilancio. Nel primo caso, sin dal principio avevamo detto che la rimodulazione comportava oneri per la città, mentre si continuava a ribadire il contrario. Nell’ultimo, consiglio comunale, ho commesso un errore nel non essere accreditato al momento della votazione, ma non abbiamo fatto nessuna manfrina, cosa ribadita dalla maggioranza. Serve onestà intellettuale”.

Riscontri almeno un aspetto positivo di questa amministrazione?

C’è un aspetto positivo e caratterizza il centro-sinistra locale da sempre, ovvero la capacità di essere compatti nella sede istituzionale e nell’azione decisiva di governo della città. Malgrado le difficoltà esistenti tra di loro, sono compatti nell’adottare i provvedimenti. E’ un’unione che consente loro di governare. Da questo dobbiamo imparare se vogliamo essere maggioranza“.

Amministrative 2021: la volta buona per andare tutti compatti con un nome condiviso, magari passando dalle primarie?

E’ prematuro parlarne, sono altre le sfide sulle quali dobbiamo concentrarci. Le primarie le avevo invocate anche io ma non sono stato ascoltato dalle altre forze politiche. Dobbiamo scendere tra la gente, lo streaming dei Consigli Comunali sta aiutando tutti quanti e si parla molto di più della vita politica locale. Ma non basta, dobbiamo cercare non solo di raggiungere l’unità, ma soprattutto allargare gli orizzonti quanto più possibile, in uno spirito di democraticità. Non sono per un neofita, serve qualcuno esperto. Con questo non voglio accendere i riflettori sui consiglieri comunali attuali, ma ribadire che c’è necessità di una figura che aggreghi e che sappia della materia“.

Ultima domanda: l’uomo Antonello Paparella, un anno dopo come è cambiato?

Sono rimasto uguale. Ho cambiato lavoro, ma non la mia capacità di restare umile e di dire le cose come stanno. Persino all’amico confidente dico sempre le cose come stanno. Ho sempre voglia di essere schietto e coerente politicamente. Dobbiamo cercare di andare avanti a testa alta. Non ho perso la voglia di fare tante battaglie“.

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