All’UTE “Cassano” gli studenti salgono in cattedra
Una esperienza inedita quella vissuta negli ultimi giorni dai corsisti di Letteratura Italiana della Università della Terza Età. Tutti a lezione di “ Social e linguaggio giovanile”. Docenti d’eccezione due studenti di quinta Liceo Scientifico, Luciana Di Rella e Domenico Casillo, che con brillantezza hanno saputo intrattenere amabilmente l’affollatissimo quanto mai interessato auditorium. Nel corso del primo incontro, i giovani relatori hanno preso per mano gli “scolari” accompagnandoli con competenza nei meandri di Instagram, FB ,Twitter, BeReal fra influencer, tiktoker e youtuber , a rivelare i misteri di un mondo per loro, nativi digitali, familiare, per gli adulti un po’meno. Ne è scaturito un vivace dibattito su temi quali il significato di metaverso, le problematiche legate ad un eccessivo uso dei social, il conseguente impoverimento linguistico, la riduzione della capacità di riflessione , i condizionamenti che il “ virtuale” esercita non solo sui giovani ma anche sugli adulti, i rischi della rete specie per gli adolescenti, e via dicendo. D’altra parte innegabili sono i vantaggi, in termini di velocità ed informazione, che i media garantiscono. Altrettanto interessante il secondo appuntamento in cui, in maniera divertita i relatori hanno “insegnato” agli attentissimi “ baby boomer” la grammatica del linguaggio giovanile, con termini mutuati dalla tecnologia o dall’anglosassone, come cringe , trash, taggare , weird e quelli dello slang più familiare come scialla, priscio, solo per fare qualche esempio. Ne è scaturita una vera e propria gara fra modi di dire attuali e quelli di qualche tempo fa: filone versus sballo, matusa versus boomer, paninaro versus trendy. A fine esperienza ( in realtà è già in cantiere un nuovo incontro sui gusti musicali dei giovani di ieri e di oggi) belle le riflessioni di Luciana e Domenico:
“ Abituati a scavare trincee tra generazioni, abbiamo deciso di accettare una scommessa insolita lanciata dalla prof. al fine di abbattere l’idea diffusa secondo la quale instaurare un dialogo tra persone di età differente non sia possibile. Quella presso l’UTE si è rivelata una esperienza positiva, feconda di spunti e arricchente. Ci ha meravigliato l’ampia disponibilità da parte dei corsisti a dialogare con noi permettendo di rendere vivi gli incontri che si sono spontaneamente snodati in dibattiti stimolanti. In un’epoca in cui si tende ad arroccarsi sulle proprie opinioni, la genuina curiosità verso il mondo giovanile e la volontà di conoscerlo non sono aspetti da trascurare, anzi costituiscono la base perché il dialogo sia fattibile , senza alcun pregiudizio da ambo le parti.” L’iniziativa si è inserita all’interno del percorso “ Tradizione e innovazione” che la prof. Rita Leone ha scelto come tema per l’ anno accademico 22/23. In questo caso specifico, secondo la docente, dare la parola agli “esperti”, ha costituito una occasione di confronto intergenerazionale. “Il capovolgimento dei ruoli, e la “ seria leggerezza” con cui l’esperienza è stata vissuta hanno dimostrato come sia possibile una intesa fra due universi ,anagraficamente lontani, ma vicini e fortemente dialoganti, se si muovono nel segno del rispetto e della reciproca comprensione.”