Politica

ALLE 20.00 LA SCADENZA PER LA PRESENTAZIONE DELLE LISTE. MA COSA E’ IL “ROSATELLUM”?

La finestra per la presentazione delle liste e candidature dei partiti, in vista delle Elezioni Politiche 2022, scade oggi alle 20.00 del 21 agosto. 

C’è attesa per conoscere i nomi dei candidati dai vari partiti per quanto riguarda i collegi uninominali e plurinominali.

Il 25 settembre si voterà per la seconda volta per il Rosatellum, che, a causa della dimensione ridotta dei collegi proporzionali, risulta molto complicato.

Ci apprestiamo a votare per la seconda volta con il cosiddetto “Rosatellum” e per la prima volta con un parlamento di soli 400 deputati e 200 senatori.

Il Rosatellum è un sistema misto, in cui circa il 60% dei deputati è eletto con sistema proporzionale a lista chiusa (245 seggi) e quasi il 40% (151) è eletto con sistema maggioritario. A questi si aggiungono i quattro deputati eletti dagli Italiani residenti all’estero. Il sistema misto dovrebbe avere il vantaggio di garantire la governabilità (attraverso la quota maggioritaria) e di produrre un parlamento che rispecchi l’eterogeneità di preferenze degli elettori (attraverso la quota proporzionale). Per la parte proporzionale, i partiti concorreranno in collegi elettorali molto piccoli (1-8 seggi). Questo potenzialmente potrebbe aiutare a creare un legame tra eletti ed elettori e promuovendo quindi l’accountability, ma il complicato meccanismo attraverso cui sono attribuiti ai singoli collegi i 245 deputati eletti con il sistema proporzionale fa di tutto per spezzare questo legame.

Le regole per la presentazione delle liste elettorali dei partiti per le Elezioni Politiche 2022, in programma il prossimo 25 settembre, includono anche la garanzia della rappresentanza di genere. I candidati infatti devono essere collocati nelle liste secondo un ordine alternato di genere, a pena di inammissibilità. Per la Camera è stato deciso che, nel complesso delle candidature presentate da ogni lista o coalizione di liste nei collegi uninominali a livello nazionale, nessuno dei due generi può essere rappresentato in misura superiore al 60%. Al Senato le medesime previsioni sulle quote di genere per i candidati uninominali e per i capolista nei collegi plurinominali sono stabilite a livello regionale. Novità invece sul fronte numero delle firme da presentare: il “quantum” è legato ovviamente al numero di collegi plurinominali definiti nella legge elettorale e diminuiti dopo i tagli del numero dei parlamentari. Prima del 2020 servivano, sia ad un partito che ad una coalizione, per i 63 collegi plurinominali alla Camera e per i 33 del Senato «almeno 1500 e non più di 2000» sottoscrizioni da parte di elettori «iscritti nelle liste elettorali di comuni compresi nel medesimo collegio plurinominale o, in caso di collegio plurinominale compreso in un unico comune, iscritti nelle sezioni elettorali di tale collegio plurinominale».

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