Cultura

Aliano, terra d’esilio di Carlo Levi e seconda tappa di “Mediterraneo senza spettatori: naufragi con angeli”

«Morire nel mare è morire nel terrore, in un luogo lontano. Non c’è la quiete di un bacio sulla fronte, di una stretta di mano». Il pensiero di Franco Arminio, poeta e paesologo è riportato sui tre opuscoli di presentazione della mostra itinerante “Mediterraneo senza spettatori: naufragi con angeli”, a cura della Fondazione e Associazione “Angelo Cesareo” di Ruvo di Puglia.

Dopo Riace, le formelle di ulivo ruvesi e riacesi, con le fotografie di Donato Anselmi, Domenico Mastandrea e Marco Volpe, sono state portate, come segno di pace e fratellanza ad Aliano, in Basilicata, dove dal 22 al 25 agosto si è svolta la “Festa della Paesologia – La luna e i calanchi”, ideata e organizzata da Arminio.

Nella Lucania aspra, nella “Gagliano” selvaggia e forte cantata da Carlo Levi in “Cristo si è fermato ad Eboli”, la mostra icono-fotografica è stata una delle installazioni che hanno arricchito l’evento.

L’allestimento della mostra è stato curato da Gianni Todisco, presidente dell’Associazione “Angelo Cesareo”, da Nicola e Rosanna Cesareo della omonima Fondazione, da Paola e da Biagio Cioce, con l’aiuto di Giuseppe Bolzano, collaboratore di Luigi De Lorenzo, sindaco di Aliano, e referente locale per la Mostra.

“Mediterraneo senza spettatori: naufragi con angeli”, mostra che, di tappa in tappa si arricchisce di nuove formelle create nei laboratori, è stata allestita lungo il belvedere, adornato di barchette origami realizzate da Todisco, e sotto un antico arco, che, di sera, si illuminava di luci bluastre, simbolo di un mare donatore di vita, ma anche coltre mortuaria.

«Perché la ”Fondazione Angelo Cesareo” ha chiesto di poter essere ad Aliano, nella terra dell’esule Carlo Levi, alla ”Festa della luna e dei calanchi”? – scrivono sulla pagina Facebook dedicata alla mostra – Quali le sue motivazioni profonde? Cosa c’entra il dramma del Mediterraneo e dei suoi esodi e migranti, naufragi e angeli senza nome, con una riflessione, in forma artistico-poetica, sui nostri paesaggi?
Una possibile risposta si potrebbe rintracciare nel significato della parola ”en abyme”, che fa da invisibile tracciato alla nostra mostra.
”En abyme”, “mettere in abisso”, è, per noi, l’approccio di quello sguardo che, incarnandosi in sé stesso, sa inabissarsi poi nello sguardo dell’altro, in questo caso di quegli degli angeli, bambini, ragazzi,disperati, dei naufragi nel Mediterraneo, i quali, realmente, sono caduti nel fondo del mare. E, inabissandosi in quegli sguardi, li sappia accogliere, li sappia tirare fuori da quel fondo, rispecchiandoli nella propria pupilla, facendosi rispecchiare da loro e quindi da altri sguardi».

La partecipazione alla Festa della Paesologia, quindi, dove si re-impara, attraverso gli esercizi proposti da Arminio, a riconoscere la Bellezza ovunque, esprime la necessità di restituire spessore etico alla nostra capacità di guardare in profondità.

La sera dell’inaugurazione della mostra, un giovane legge l’haiku dedicato a Carlo Levi, la cui formella è donata al sindaco. Una formella speciale dedicata allo scrittore, confinato ad Aliano perché di religione ebraica e antifascista, “un angelo errante”. La formella di Carlo Levi, creata per l’occasione, si aggiunge, come prezioso dono, alle quattro formelle segnavia dedicate agli elementi naturali: Terra, con gli angeli dallo sguardo bruno-arancio; Acqua, dalle vibrazioni marine; Fuoco, dalle scintille rosse; Aria, con angeli dal respiro purissimo…Formelle accompagnate dagli haiku, dai pensieri dei “migranti-angeli”. I quattro elementi possono diventare, quindi, chiave di lettura del dramma che si consuma nel Mediterraneo: «Acqua come mare, dimensione di trasformazioni, ma anche rischio di naufragi. L’aria come volo di libertà e di nuove speranze, ma anche di rovinose cadute. Fuoco come violenza, guerra, ma anche tragica spinta per possibili rigenerazioni».

Ad Aliano ci sono altri ruvesi: il musicista e poeta Vincenzo Mastropirro che ha regalato la sua musica e i suoi versi tra i lunari calanchi; i ragazzi de “La Capagrossa Coworking” che hanno parlato di rigenerazione urbana; l’assessora alla Cultura Monica Filograno, “ruvese d’adozione” che ha narrato del progetto “Luci e Suoni d’artista”. Tra i ruvesi accorsi alla Festa della Paesologia e alla Mostra itinerante ancora una volta Pasquale De Palo, assessore alla Cultura con Ottombrini, e il Maestro percussionista Vincenzo Mazzone. Tutti ad Aliano per vivere un’esperienza “spirituale”, grazie alla musica, alla poesia, all’arte, la condivisione di conoscenza.

Altri incontri emozionanti sono stati vissuti. Quello con Nico Cirasola, regista di “Da do da”, “Focaccia Blues” e “Albania Blues”, quello con Donato Laborante, dell’associazione ”Ferula ferita”, che dà vita a un reading, condotto da due ragazzi per chitarra e voce, su testi di Matteo Salvatore e, in seguito, narra del dramma del Mediterraneo, «mare che accoglie e unisce».

Ma l’incontro più emozionante è quello con Mimmo, da Potenza. «E’ stato il primo a volere realizzare una icona sugli angeli del naufragio, inabissandosi nel suo silenzioso strazio e nel sentimento di ”presenza” di una ragazza, sua nipote, strappata giovanissima alla vita e che, in quell’icona, vuole ritrovare per incontrare tutti quegli altri angeli. Facendosi, così, nel suo immedicabile affanno, specchio anche per tutti quegli altri ragazzi del fondo».

Prossima tappa della Mostra sarà Matera, Patrimonio dell’Umanità dal 1993.

Maggiori informazioni sulla Mostra itinerante possono essere attinte alla pagina Facebook “Mediterraneo senza Spettatori: Naufragi con angeli”.

(Fotografie © “Mediterraneo senza spettatori: naufragi con angeli”)

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