ALESSIA DI TERLIZZI: “UN NATALE CARNEVALESCO, MA IL SILENZIO DELLE AUTORITA’ CIVILI E RELIGIOSE E’ PREOCCUPANTE”
Nota di Alessia Di Terlizzi.
Il video-mapping sulla facciata della Concattedrale è solo l’apice del tentativo insulso di allontanare i cittadini ruvesi dal significato più profondo del Natale, a cui assistiamo tacitamente da 7 anni.
“Natale snaturato e senza Dio per un falso rispetto dei non cristiani”, per dirlo con le parole di Papa Francesco, posto in atto da un’oligarchia di intenti che decide arbitrariamente e arrogantemente di appropriarsi persino delle facciate di una Chiesa per uno spettacolo di proiezioni animalesche che, altrove, avrebbe potuto destare anche maggiore fascino e interesse, senza ledere necessariamente le sensibilità di chi ancora oggi ha il coraggio di professarsi credente e seguace di una religione sempre più minata e tacciata di “obsolescenza”, in cui invece andrebbero ritrovati proprio quei valori portanti che sembrano essere stati totalmente smarriti dalla società odierna.
Ma ahimè, “innovazione” non è sinonimo di “stravolgimento”.
Un periodo dell’anno così importante perde quindi la propria identità: le radici di un popolo da sempre legato alle proprie tradizioni vengono sradicate, in favore di un “festival” carnevalesco che, evidentemente, non sapendo più come far parlare di sé, sceglie insolente di farlo violando la sacralità del monumento simbolo della città di Ruvo.
Ma a destare altrettanta preoccupazione è l’alone di silenzio, che si veste di “tacito assenso”, nei luoghi delle istituzioni, civili e religiose, a dimostrazione che l’unico vero sopraffatto è unicamente il popolo ruvese, il quale si è tristemente reso conto di non aver più voce.
Ci saranno tempi migliori.
Ma non è mai il momento di rassegnarsi.
Questa è l’ora di alzar la voce perché c’è qualcuno che è esattamente dalla vostra parte.
Un tempo il Presepe, amato e visitato da tanta gente , veniva allestito nella piazza principale della città per rievocare, con riverenza e rispetto, la nascita di Gesù Cristo.
Ma da alcuni anni a questa parte, si assiste a un lento e inesorabile annullamento delle tradizioni e del sentire religioso dei cittadini ruvesi per fare spazio a interpretazioni “progressiste” della festa del Natale.
Infatti, il Presepe, che veniva preparato in Piazza Castello, cuore e centro della città di Ruvo, viene fatto traslocare negli spazi di un giardino di piazza Dante dove l’allestimento, sempre uguale a sé stesso, privo di affetto e di emozioni, sembra essere opera di uno svuotacantine,
Nella piazza principale, invece, si festeggia il paganesimo imperante con luci e colori e simboli da parco-giochi per nulla pertinenti con la sacralità della nascita di Cristo.
Ed ancora, le proiezioni fuori tema fatte sulla lussuosa facciata della Cattedrale sono un ulteriore insulto a un edificio sacro che rappresenta l’essenza della fede del popolo ruvese.
Non può essere consentito tutto questo.