Agricoltura

Agromafie, maglia nera alla provincia di Bari

A meno di due settimane dalla prima convocazione, Coldiretti Bari – BAT ha incontrato nuovamente il Prefetto della BAT Sensi per arginare il fenomeno della criminalità nelle campagne: questa volta, incontro allargato alle forze di Polizia.

«Le Forze dell’ordine hanno segnalato che a Canosa hanno raccolto negli ultimi mesi solo tre denunce di furto, solo per citare un esempio, un numero evidentemente troppo basso che non corrisponde alla gravità della situazione. Ci hanno chiesto di sensibilizzare gli agricoltori a denunciare, addirittura accompagnandoli in caso di necessità. Sul fronte del presidio del territorio, le Forze dell’ordine stanno ipotizzando sistemi di controllo anche di tecnologia avanzata per garantire il presidio di aree molte estese» riferisce il delegato confederale di Coldiretti Bari-BAT, Angelo Corsetti. «Nella Provincia di Barletta-Andria-Trani, cioè solo in tre comuni, gli ettari olivetati sono ben 32.050 e la produzione di olive da olio è in media pari a 1,2 milioni di quintali di olive, numeri che spiegano la razzia di olive e gli assalti ai trasportatori di olio. Il fenomeno che si ripete ogni anno – denuncia Corsetti – mette a repentaglio l’incolumità stessa degli olivicoltori, costretti a fare ronde diurne e notturne».

Inoltre, con il crollo del 58% nel 2018 della produzione di olive e olio che scenderà, secondo le previsioni già ampiamente anticipate nei mesi scorsi, al minimo storico di 87mila tonnellate, a causa dell’ondata di maltempo e delle gelate di febbraio e marzo, è alto il rischio che si moltiplichino frodi e speculazioni, con olio di bassa qualità venduto come extravergine od olio straniero spacciato per italiano.

«Deleteria la secretazione dei dati relativi alle importazioni dei prodotti agricoli, di cui non si può conoscere la destinazione finale. – aggiunge il presidente di Coldiretti Andria, Savino Muraglia –  Un evidente ostacolo a una efficace opera di contrasto ed eradicazione del fenomeno dell’agropirateria, neologismo coniato proprio da Coldiretti per descrivere una pratica criminale  che si sviluppa attraverso le importazioni, la manipolazione e la trasformazione di prodotti agricoli di dubbia qualità e provenienza che giungono nel nostro Paese e che diventano “made in Italy” fregiandosi in modo fraudolento dell’immagine che accompagna nel mondo le produzioni locali».

Secondo il Rapporto dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, per le agromafie la palma nera va alla provincia di Bari, rientrata a pieno titolo nella top ten della graduatoria che fotografa l’intensità del fenomeno delle agromafie nelle province italiane. Si piazza al decimo posto, seguita a ruota dalla provincia di Barletta-Andria-Trani al 18esimo posto, mentre i ruoli si invertono – rileva Coldiretti Bari-BAT – se ad essere fotografato è l’indice di permeabilità delle agromafie che raggiunge 44,75 nella BAT, e 30,75 a Bari. «Le fattispecie criminose più significative sono costituite dalla sofisticazione, soprattutto dell’ortofrutta e dell’olio,  ma si assiste anche a una escalation di furti nelle campagne – conclude Muraglia – di mezzi agricoli, prodotti, fili di rame e tutto quanto inibisce il sano svolgimento dell’attività agricola nelle aree rurali».  E’ emerso, tra l’altro come il fenomeno, nel corso dei cinque anni considerati, abbia accresciuto la propria intensità a Bari dell’1,39% e a Barletta-Andria- Trani dell’1,27%.

La preoccupazione è che la brusca diminuzione di olio extravergine pugliese – denuncia Coldiretti Bari-BAT – faccia crescere ancora le importazioni di olio dall’estero, perché al danno si aggiungerebbe la beffa di sofisticazioni e contraffazioni. Se si vuole acquistare un ‘vero’ extravergine ‘made in Italy’ bisogna fare attenzione ai prodotti venduti a meno di 6-7 euro al litro – conclude Coldiretti Bari – BAT  – che non coprono neanche i costi di produzione. I tre elementi da tenere sempre d’occhio sono prezzo, anno di produzione e scadenza.

(Foto d’archivio © n.c.)

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