AEDE di Ruvo di Puglia: “Ragazzi, fate ascoltare la vostra voce per migliorare la politica di Bruxelles!”
I giochi e le risa gioiose dei bambini, del “futuro”, nella Pineta Comunale sono stati un piacevole sottofondo all’incontro organizzato dall’AEDE – Sezione di Ruvo di Puglia per parlare di giovani ed Europa nel tardo pomeriggio di giovedì 7 luglio 2016.
Ragazzi del Forum GiovanIdee di Ruvo di Puglia, ragazzi legati ad altre realtà associative hanno ascoltato gli intensi interventi della Prof.ssa Pia Olivieri, segretaria AEDE del gruppo di Ruvo, della Prof.ssa Loredana Cialdella, esperta di Politiche Giovanili Europee e della Prof.ssa Giacoma Stasi dell’ITSET “P.A.M. Tannoia”, un tempo sede dello Sportello Informativo Eurodesk. Scriviamo un tempo, perché si ritenne necessario eliminarlo, facendo venir meno, a livello locale, un importante punto di contatto tra l’Europa e i giovani.
Con incisività e profonda spigliatezza, Loredana Cialdella ha spiegato ai ragazzi l’importanza di compilare il questionario online elaborato nell’ambito del Dialogo strutturato – Ciclo V, strumento di “ascolto” – come ama dire – di partecipazione dei giovani, in ossequio ai principi del Libro Bianco della Gioventù, ed elaborato dalla Commissione europea per promuovere una riflessione congiunta su una tematica comune e facilitare la collaborazione a livello europeo nell’ambito delle politiche giovanili.
La tematica attuale, che coinvolge le tre presidenze dell’UE (Paesi Bassi, Repubblica Slovacca, Malta) è “Enabling all young people to engage in a diverse, connected and inclusive Europe. Ready for life, ready for society – Pronti per la vita, pronti per la società: consentire ai giovani di impegnarsi per un’Europa diversa, connessa e inclusiva”, valida per il periodo gennaio 2016 – giugno 2017.
Le domande sono state tradotte in italiano dal Forum Nazionale Dei Giovani, in collaborazione col National Working Group di cui fanno parte il Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile e l’Agenzia Nazionale dei Giovani.
Il questionario online è anonimo, rivolto ai giovani europei dai 16 ai 34 anni – in Italia dai 18 ai 34 anni – e consta di sei domande che hanno un denominatore comune: la sicurezza, il senso di identità nell’Europa, dialogo interculturale e competenze necessarie per affrontare le difficoltà. Tematiche riconducibili, in sostanza, alle “spine al fianco” dell’Unione Europea: difficoltà a gestire i flussi migratori con conseguente aumento di reazioni xenofobe, diffusione dei “neet”, ossia giovani che non studiano e non lavorano e che, a causa del disagio sociale ed esistenziale, spesso ingrossano le file dei Foreign Fighters nell’Isis trasformandosi in armi micidiali contro i loro stessi connazionali attraverso azioni terroristiche.
Cioè l’Europa chiede ai giovani “Cosa posso fare per impedirti di scagliarti contro i migranti, accusandoli di venire a togliere il lavoro, il tuo spazio vitale? Cosa posso fare per evitare che tu venga irretito dall’Isis che ti promette l’Eldorado a costo dello spargimento di sangue?”
Certo le politiche di austerity messe in atto da Bruxelles non aiutano ma bisogna, appunto, collaborare perché siano messe in evidenza e risolte certe criticità della politica europea evitando di lamentarsi “senza costruire”.
Loredana Cialdella, infatti, con incisività ha spiegato l’importanza di far sentire la propria voce attraverso questo strumento che ha sì carattere consultivo e non decisionale ma è importante perché siano elaborate efficaci politiche giovanili che si traducono in raccomandazioni e risoluzioni destinate ad incidere sulla vita dei giovani anche per l’avvenire. Perché non bisogna dimenticare che i ragazzi devono imparare a guardare oltre il loro orizzonte, devono guardare al futuro, con la consapevolezza che è necessaria una costante formazione per migliorare sé stessi e la società.
E per realizzare questa mission, il programma “Erasmus Plus” è un valido strumento essendo destinato a giovani, adulti, imprese e altri operatori.
Tale forma di partecipazione, poi, è strettamente connessa al principio di sussidiarietà che, nelle sue tante espressioni, stabilisce che le decisioni debbano essere prese partendo dal livello più possibile vicino ai cittadini e questo è possibile solo ascoltando e che la Comunità Europea può intervenire con i propri provvedimenti, sostituendosi agli Stati, soltanto quando questo è strettamente indispensabile. Quindi l’ascolto dovrebbe essere intrapreso anche e soprattutto a livello locale…
Abbiamo scritto di senso di identità europea poco prima. Esso può essere rafforzato anche nel piccolo creando un Caffè Europeo dove essere a stretto contatto con le realtà europee attraverso incontri, letture di giornali, libri, riviste.
E’ un auspicio della Professoressa Olivieri che ha ricordato che l’AEDE nasce anche per creare una forma mentis “europea”, una forma mentis “di respiro universale”.
Il questionario va compilato online entro il 17 luglio 2016 all’indirizzo http://www.agenziagiovani.it/ready-for-life-ready-for-society.