A RUVO NASCE IL COMITATO PROMOTORE PER LA COSTITUZIONE DEL “DISTRETTO BIOLOGICO DELLE LAME”
Ruvo di Puglia fa sul serio, e da ieri il “DISTRETTO BIOLOGICO DELLE LAME” è più vicino.
Per avviare il processo che porterà alla definitiva costituzione del Distretto, ieri, mercoledì 19 luglio presso la sala consiliare di Palazzo Avitaja, in sedici tra rappresentanti di alcune Aziende agricole e di trasformazione, di alcune associazioni ed esperti del settore, sotto il coordinamento dell’Amministrazione Comunale, si sono riuniti in un comitato promotore.
Dopo il lungo lavoro partecipato di preparazione avviato lo scorso dicembre, la nascita del comitato rappresenta il momento di avvio ufficiale del percorso per la costituzione del distretto.
Per Distretto Biologico, si intende un’area naturalmente vocata al biologico nella quale aziende agricole e di trasformazione, strutture ricettive e di somministrazione, operatori turistici, culturali, ambientali e sociali, amministrazioni pubbliche e cittadini stringono un patto per rendere il territorio sul quale operano e vivono un luogo dove si producono beni e servizi funzionali al benessere della persona e dell’ambiente.
In particolare, il Comitato Promotore, che potrà contare sul supporto scientifico dei dipartimenti di Agraria e Veterinaria dell’Università di Bari, avrà il compito di: avviare la fase della partecipazione dei cittadini con incontri pubblici di presentazione del Distretto Biologico e di cosa comporta la sua costituzione; organizzare forum pubblici tematici, con soggetti interessati (operatori agricoli, dell’agroalimentare, delle organizzazioni di categoria, operatori turistici, culturali e ambientali, etc…) e cittadini per individuare azioni/attività coerenti con gli obiettivi del Documento Programmatico; definire la governance del Distretto Biologico; elaborare una strategia di comunicazione orientata agli attori locali e nazionali e stabilire collaborazioni e sinergie con altre istituzioni (Parco Alta Murgia, GAL Murgia Più, Comuni del circondario, etc…); raccogliere le volontà di adesione al Distretto Biologico da parte dei soggetti privati e pubblici.
Secondo i dati del dipartimento Agricoltura Sviluppo rurale e ambientale sezione competitività filiere agroalimentari della Regione Puglia, sono ruvesi 103 delle 3.624 aziende certificate bio della provincia di Bari, e nell’agro di Ruvo sono ben 3.829 gli ettari coltivati a biologico (su complessivi 101.623 della provincia di Bari).
Nel corso degli incontri preparatori, prendendo spunto dalla peculiarità paesaggistica e ambientale dell’agro ruvese e dei territori dei comuni limitrofi, si è deciso di denominare il distretto come “delle lame”.
“Questo del Distretto biologico – ha detto il sindaco, Pasquale Chieco – era uno dei punti qualificanti del mio programma elettorale, e oggi è per noi un progetto ambizioso al quale stiamo lavorando seriamente e con concretezza. L’economia ha ormai preso direttrici precise: la concorrenza non è più tanto e solo tra imprese ma tra territori in grado di proporre unicità e tipicità. Ruvo ha, per nostra fortuna, una qualità delle produzioni che è espressione e veicolo di un’identità storica, culturale e ambientale solida e originale, e che può rappresentare un vettore di sviluppo per la nostra economia e per il nostro territorio. Sono molto contento di avere visto questa sera i rappresentanti di molte aziende locali che sottoscrivendo il protocollo hanno accettato la scommessa. È l’inizio di un percorso che deve allargarsi ulteriormente, mettere in campo sinergie con l’obiettivo di realizzare una grande alleanza per la promozione delle nostre aziende che portano con sé l’unicità della nostra storia, della qualità del nostro ambiente, della tipicità dei nostri prodotti. Perché, come ben sa chi fa impresa con passione e serietà, è questa l’unica strada per stare sui mercati internazionali senza essere schiacciati dalla competizione sui prezzi che ci vede perdenti.”
“La costituzione del Distretto Biologico delle Lame – ha detto il consigliere delegato alle politiche agricole, Rino Basile -è una grossa sfida collettiva che, se vinta, potrà contribuire fattivamente allo sviluppo della nostra città. Ciò sarà possibile se ognuno farà la sua parte, motivando il proprio coinvolgimento con l’interesse prioritario verso il bene comune.”