A BARLETTA NASCE IL CENTRO PER LA CURA DEGLI IPOVEDENTI. IL DOTT. MONTARULI: “METTERE IN CONDIZIONE GLI IPOVEDENTI DI CONTINUARE LA PROPRIA VITA”
Il 3 agosto scorso presso la Direzione Generale Asl Bat, in via Fornaci, è stata firmata la convenzione tra il Direttore Generale della Asl Bat, dott. Ottavio Narracci e il Presidente Provinciale dell’I.Ri.Fo.R. BAT (Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione per la Disabilità Visiva), dott. Francesco Giangualano, per l’istituzione del Centro di Ipovisione presso l’Unità Complessa di Oculistica del Presidio Ospedaliero di Barletta.
Il centro si occuperà di trattare diverse patologie e in particolar modo si occuperà del settore riabilitativo finalizzato a rendere migliore la qualità della vita alle persone ipovedenti.
Il ruvese Dott. Vito Montaruli è primario dell’Unità complessa oculistica dell’ospedale “Dimiccoli” e ha dichiarato: “Occorre consentire agli ipovedenti di conservare il proprio residuo visivo. Sono persone che vanno messe condizione di poter continuare la propria vita lavorativa, conservando o, laddove è possibile, rafforzando il residuo visivo nel tempo“.
La condizione visiva dell’ipovedente riguarda una persona che, seppure non totalmente cieca, ha subito una tale riduzione della funzione visiva da risentirne pesantemente nella vita quotidiana. Pur conservando una residua acuità visiva, l’ipovedente è interessato da un grave ed irreversibile danno funzionale (menomazione), che implica un impedimento (disabilità) a svolgere compiti che richiedono capacità visiva: lettura e scrittura, guida, utilizzo di computer e Tv, ecc. La disabilità provoca un grado di disagio sociale (handicap) che può variare molto da individuo a individuo, secondo l’età, le attitudini, il carattere, il tipo di lavoro. L’ipovisione è una condizione in cui si verifica una marcata riduzione dell’acuità visiva e/o del campo visivo, non correggibile mediante terapie convenzionali, che causa un impedimento significativo ed invalidante della visione con ripercussioni negative riguardanti per quelle che sono le attività educative, sociali, attitudinali e lavorative della vita quotidiana. Poiché la funzione visiva è rappresentata in primo luogo dall’acuità visiva e dal campo visivo, il paziente ipovedente avrà complicanze nell’attività di orientamento e mobilità. Anche se un ipovedente è in grado di distinguere le forme, la vicinanza o meno di un oggetto, la luce e l’ombra, tutto ciò non gli permette di riconoscere adeguatamente le informazioni visive: può riconoscere un cartello stradale ma non riuscire a leggerlo, può non vedere in tempo un ostacolo o ancora restare abbagliato da una luce improvvisa. La percezione imprecisa ed incostante della realtà visiva fa si che l’ipovedente abbia un rapporto incerto con l’ambiente e che proceda, nelle azioni, per tentativi ed errori. A tale proposito, un’adeguata gestione clinica e riabilitativa del paziente affetto da ipovisione deve essere rivolta alla conservazione ed ottimizzazione del residuo visivo, consentendo il miglior utilizzo possibile di tale residuo nelle diverse situazioni di visione che l’ipovedente è costretto ad affrontare nell’ambito delle sue attività quotidiane.
Riabilitazione visiva
Nell’ambito dell’educazione dei pazienti ipovedenti, fino a circa cinquanta anni fa si sosteneva la teoria dell’annullamento del residuo visivo: ogni minima percezione visiva veniva trascurata se non del tutto eliminata, utilizzando tecniche di bendaggio per poterli educare con le stesse tecniche dei ciechi assoluti. In seguito, grazie a nuove scoperte in campo medico, è stato compreso che la vista è soggetta ad evoluzione anche dopo la nascita e che perciò il sistema visivo, anche nei casi in cui è molto danneggiato, può evolversi verso un recupero anche minimo della sua funzionalità, se adeguatamente stimolato con tecniche e interventi appropriati. È sulla base di questa nuova concezione dell’utilizzo del visus residuo che nasce la riabilitazione visiva, come intervento volto a potenziare la funzionalità visiva nelle persone ipovedenti in varie fasce di età ognuna con metodi ed obiettivi differenti, che tengono conto non solo del fattore dell’età ma anche di ogni singola situazione individuale, rapportando gli interventi alle reali necessità del paziente. La riabilitazione visiva è ormai inserita a pieno titolo nell’area clinica e gli obiettivi essenziali sono la conservazione delle potenzialità residue, la possibilità di svolgere attività proprie della fascia di età ed il raggiungimento di un livello di qualità di vita soddisfacente. Ottimizzare il residuo visivo significa consentire, a ciascun soggetto affetto da ipovisione, di poter disporre delle proprie capacità visive in modo personalizzato e, quindi, differenziato secondo le esigenze individuali ed in relazione alle prestazioni che ogni paziente è in grado di ottenere mediante l’uso di diversi e specifici ausili ottici o di altro tipo.
I centri di riabilitazione
I Centri di Ipovisione e Riabilitazione sono delle strutture specializzate per la cura di pazienti con minorazioni visive. Le attività dei centri si concentrano su attività di prevenzione della cecità e di riabilitazione funzionale visiva. Si tratta di un servizio specialistico a cui inviare pazienti per una più completa e approfondita valutazione diagnostico-funzionale e per la presa in carico di soggetti ipovedenti. Il campo di attività dei centri per l’educazione e la riabilitazione visiva, non riguarda tutti gli interventi mirati alla tutela della salute visiva, ma si concentra in attività di prevenzione della cecità e riabilitazione funzionale visiva. Appare chiaro che una buona riabilitazione visiva non potrà essere la conseguenza dell’operato di un unico specialista, ma il risultato di un lavoro
I Centri di Ipovisione hanno l’obiettivo di:
Sviluppare e potenziare la ricerca scientifica in ambito della disabilità visiva;
Sostenere psicologicamente i pazienti affetti da ipovisione;
Promuovere progetti finalizzati all’inserimento socio- lavorativo – assistenziale di disabili della vista;
Promuovere iniziative presso Enti Pubblici e Privati per l’adeguamento delle strutture sociali al fine di consentirne l’uso agli ipovedenti e comunque per favorire il loro integrale inserimento nella quotidianità della vita sociale;
Contribuire ad una sensibilizzazione sulle problematiche relative all’ipovisione tramite la diffusione di informazioni specialistiche;
Promuovere attività socio- culturali;
Promuovere l’aggiornamento e la diffusione dei più moderni e avanzati sistemi terapeutici e di sostegno ovvero degli strumenti di ausilio per ipovedenti;
Sensibilizzare la comunità locale entro cui si opera, al fine di renderla più consapevole e disponibile all’attenzione e all’accoglienza delle persone con disabilità sensoriale.
Articolazione del percorso riabilitativo
La Terapia Riabilitativa, da effettuarsi nel Centro, consisterà delle seguenti fasi:
1. valutazione sulle condizioni generali del paziente, sulla sua patologia oculare, sulla funzionalità del suo residuo visivo nonché sul recupero della funzione visiva;
2. formulazione di un progetto riabilitativo idoneo a soddisfare le esigenze del paziente;
3. programmazione di un piano terapeutico a breve e a lungo termine, formulando una prognosi qualitativa e quantitativa utile per determinare la riduzione della disabilità.
4. prescrizione degli ausili dopo attenta valutazione in relazione alla possibilità di sfruttare al meglio la funzione visiva residua. Il progetto riabilitativo dovrà risultare adeguato e pertinente alle esigenze specifiche del paziente per cui è stato formulato. Verrà programmato il follow up dei trattamenti, al fine di valutare la stabilizzazione dei risultati ottenuti. La raccolta di questi dati aiuterà ad aggiornare in maniera costante le metodologie in uso e a valutare lo standard qualitativo del servizio.
«Creare una cultura della prevenzione della cecità nella popolazione – si legge nella nota Asl Bat – , non solo rappresenta una conquista civile che garantisce la tutela del diritto alla salute dell’individuo, ma evita l’aggravamento della spesa sanitaria per l’assistenza ai disabili visivi».