40 anni di musica a scuola, grande festa per Nicola Bucci. «Tanti progetti in cantiere»
Il 24 maggio scorso, nel chiostro dell’ex Convento dei Domenicani a Ruvo di Puglia, 150 alunni delle prime e seconde classi del plesso “Cotugno” della Scuola Secondaria Statale di I grado “Cotugno-Carducci-Giovanni XXIII” hanno reso omaggio al Maestro Nicola Bucci in un concerto che ha concluso i quarant’anni di insegnamento.
Una festa della musica per chi vive di lei e per lei: quel giorno anche l’Orchestra “Don Tonino Bello”, diretta dal Maestro Rocco Di Rella, si è esibita con brani della tradizione popolare.
Ne parliamo con il Maestro Bucci.
Il Maestro Nicola Bucci di 40 anni fa e il Maestro Bucci di ora. In cosa è cambiato e in cosa è immutato.
«Per quanto riguarda i cambiamenti, in 40 anni di attività ho imparato, giorno dopo giorno, ad apprezzare questo lavoro che ogni giorno ti sottopone a un esame. Un lavoro che mi ha fatto crescere sia sotto l’aspetto professionale che umano; mi ha fatto scoprire quanto i ragazzi siano fantastici, perché imprevedibili, contenitori che non ti stanchi mai di riempire. Mai mutate la serietà e l’umiltà con cui ho affrontato e svolto il mio lavoro, con quel pizzico di autoironia che mi ha dato la possibilità di favorire la comunicazione con i ragazzi e il rapporto con i colleghi, oltre a rendere più piacevole e divertente l’ora di lezione».
Quali sono i principi cardine del suo insegnamento?
«Credere fermamente nella professione di insegnante, la migliore al mondo. Essere autorevoli; saper capire e intervenire al momento giusto e nella giusta misura con i ragazzi; credere in loro e fargli capire che la scuola, l’istruzione, la cultura, oltre a formare il cittadino, sono le armi con cui combattere l’indifferenza, l’odio, l’ignoranza, i soprusi, lo sfruttamento, la violenza».
Il ricordo più caro dell’esperienza scolastica.
«L’aver incontrato bravi colleghi che sono stati – e lo sono ancora – punti di riferimento per me: che mi hanno aiutato e supportato nelle varie iniziative che riuscivo a realizzare con i ragazzi; hanno saputo condividere ogni momento della mia attività. Ho anche bellissimi ricordi legati ai dieci anni d’insegnamento ad Andria, in particolar modo i primi cinque, vissuti in una scuola situata in un quartiere degradato della città, dove vivevano ragazzi “difficili” ma con tanta voglia di integrarsi e cambiare. Lì, per due o tre giorni alla settimana, in forma del tutto volontaria, coinvolgevo più di 80 ragazzi in progetti a costo zero nei quali imparavano a cantare, a danzare, a recitare: e loro si divertivano. Ancora oggi con parecchi di loro ho contatti. Tanto cari i ricordi vissuti alla “Domenico Cotugno” a Ruvo di Puglia, nell’arco dei trent’anni di insegnamento, dove ho realizzato lavori di ogni tipo: concerti vocali, recital, musical, teatro, concorsi e rassegne musicali, esperienze che hanno lasciato il segno sia in me che nei tanti ragazzi – generazioni direi – che si sono avvicendati».
Anticamente, la musica era una delle sette arti liberali, materie di insegnamento indispensabili al raggiungimento di un elevato sviluppo morale e intellettuale. Nella scuola contemporanea a che punto si è perché sia considerata tale?
«Premesso che la musica è un arte universale, unisce tutti e in quanto tale merita un posto privilegiato nel sistema formativo ed educativo della scuola italiana, devo dire che purtroppo in questi 40 anni abbiamo assistito a qualche parvenza di cambiamento, ma la musica resta ancora la “Cenerentola” all’interno del sistema. Non può essere relegata al “volontariato” di qualche docente. Occorre investire e valorizzare, oltre che formare i docenti in modo serio e adeguato ai tempi. Rendere tutto il ciclo dell’obbligo scolastico – elementare e media – a indirizzo musicale sarebbe un obiettivo importante».
Quali progetti ha in serbo per il futuro?
«Continuerò a occuparmi dell’attività di canto che svolgo da 30 anni con le giovani voci della “Rubis Canto” e che sono, guarda caso, allieve e allievi che hanno iniziato il percorso nei vari laboratori realizzati presso la Scuola Media “D. Cotugno e hanno proseguito a livello professionale e amatoriale all’interno del “Laboratorio Rubis Canto”. L’anno prossimo celebreremo il 30° anno di attività (1989-2019) e avremo in cantiere parecchio da cantare».