-22,37% METRI CUBI IN INVASI ARTIFICIALI; A FEBBRAIO CADUTI A FOGGIA 84MM PIOGGIA MA NON BASTA
Manca il 22,37% di acqua negli invasi artificiali in Puglia rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso proprio all’inizio della primavera quando le coltivazioni hanno bisogno di acqua per crescere, nonostante in provincia di Foggia siano caduti a febbraio 84 millimetri di pioggia ma non è bastato. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base dell’Osservatorio dell’ANBI su dati del Consorzio di Bonifica della Capitanata, in occasione della giornata mondiale dell’acqua istituita dalla Nazioni Unite e festeggiata il 22 marzo, dopo un inverno in cui si è alternato un primo lungo periodo caldo e siccitoso ad un paio di settimane di freddo intenso, neve e improvvise ma sporadiche piogge torrenziali.
La Puglia convive con un vero e proprio paradosso idrico, dilaniata da drammatici fenomeni siccitosi con danni stimati di oltre 70 milioni di euro all’anno per l’impatto devastante sulle produzioni agricole e sulla fertilità dei terreni e al contempo è colpita da alluvioni e piogge torrenziali che provocano allagamenti ma non riescono a sopperire alla grave carenza di acqua, in una situazione in cui con l’emergenza Covid l’acqua è centrale per garantire l’approvvigionamento alimentare delle famiglie
La siccità – precisa la Coldiretti Puglia – minaccia oltre il 30% della produzione agricola, fra pomodoro da salsa, frutta, verdura e grano, ma a preoccupare è anche lo sviluppo delle colture destinate all’alimentazione degli animali perché se le condizioni di secca dovessero continuare, gli agricoltori saranno costretti a intervenire con le irrigazioni di soccorso dove sarà possibile. Dall’altra parte nei prossimi giorni partiranno le lavorazioni per la semina, ma con i terreni aridi e duri le operazioni potrebbero essere più che problematiche.
Con l’innalzamento dei livelli del mare l’acqua salata – aggiunge Coldiretti Puglia – sta già penetrando nell’entroterra bruciando le coltivazioni nei campi e spingendo all’abbandono l’attività agricola secondo l’allarme lanciato dal rapporto sul clima del Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (Ipcc) dell’Onu.
“I pozzi freatici non hanno più acqua, mentre dai pozzi artesiani c’è il rischio di emungimento di acqua salmastra, uno scenario che impone di sfruttare al meglio tutte le risorse messe a disposizione della programmazione degli interventi idrici e di riassetto del territorio nei prossimi anni, perché è andata persa finora l’opportunità di ridisegnare una lungimirante politica irrigua e di bonifica integrale in Puglia”, afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.
A causa della siccità e dell’aumento dei livelli del mare, la risalita del cuneo salino rende inutilizzabili le risorse idriche e gli stessi terreni con uno scenario che – sottolinea al Coldiretti regionale – è più che preoccupante per l’economia agricola dell’intera regione.
“La Regione Puglia dovrà assicurare ai cittadini sicurezza ambientale, contrasto al dissesto idrogeologico e acqua per l’agricoltura, tramite risorse economiche adeguate – incalza il direttore regionale, Pietro Piccioni – per poter iniziare un necessario, serio, preventivo, concreto, programma di realizzazione e manutenzione delle opere idrauliche, solo in questo modo infatti sarà possibile riprendere appieno l’attività istituzionale con l’esercizio e la manutenzione delle opere pubbliche”.
Per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie Coldiretti ha elaborato e proposto per tempo un progetto concreto immediatamente cantierabile, un intervento strutturale reso necessario dai cambiamenti climatici caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di assenza di acqua, lungo tutto il territorio nazionale. Il progetto – conclude Coldiretti – prevede la realizzazione di una rete di bacini di accumulo con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti, progettualità già avviata e da avviarsi con procedure autorizzative non complesse, in modo da instradare velocemente il progetto e ottimizzare i risultati finali. L’idea è di “costruire” senza uso di cemento per ridurre l’impatto l’ambientale laghetti in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione.