Religione

«Vengo tra voi per accendere e alimentare la fiaccola della fede e della speranza»

Dal portale diocesimolfetta.it, grazie al lavoro di Luigi Sparapano e Marcello Laforgia, riviviamo l’ingresso del vescovo Domenico Cornacchia, nella nostra diocesi!

Dopo il suo arrivo dinanzi alla Cattedrale, accompagnato da Mons. Ignazio De Gioia, il Vescovo Domenico Cornacchia ha baciato la terra del nostro territorio, primo segno di una intensa e ricca cerimonia di insediamento, vissuta all’insegna della solennità e della sobrietà.
Al saluto delle Autorità civili e militari, racchiuso nelle parole del sindaco di Molfetta Paola Natalicchio, è seguito quello del Vescovo, sul sagrato della Chiesa del Purgatorio. Quindi la preparazione e la processione introitale ha portato il Vescovo in Cattedrale.
«Benvenuti intorno alla mensa della Parola di Dio e dell’Eucarestia: è di qui che noi iniziamo il nostro cammino insieme e spero che sia sempre in letizia». Con queste parole è iniziata l’omelia di Mons. Domenico Cornacchia, nuovo Vescovo della Diocesi di Molfetta – Ruvo – Giovinazzo – Terlizzi, durante la celebrazione di inizio del suo nuovo ministero episcopale. Presenti alla celebrazione le Autorità civili e militari dei Comuni diocesani, ma anche della Diocesi di provenienza (Lucera-Troia) e di quella di origine (Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti), oltre ai seminaristi del Seminario Vescovile e Regionale e al clero diocesano e di Lucera-Troia.
«Mi sento nei panni del nostro padre Abramo che viene inviato ancora una volta dal Signore a uscire dalla sua terra e a guardare le stelle. Molte volte il Signore mi ha invitato a lasciare la terra in cui sono nato e in cui ho vissuto il mio ministero e oggi mi affida questa porzione tanto cara del suo Regno – ha continuato nella sua omelia, ricordando anche i Vescovi che l’hanno preceduto -. Abramo è confuso, avvolto da dense nubi, quelle del dubbio, della sterilità e dell’estraneità delle nuove terre. Incredulità e stupore hanno fatto breccia anche nel mio cuore e nella mia mente alla notizia di subentrare nel governo della Diocesi di Molfetta – Ruvo – Giovinazzo – Terlizzi».
«Dico, eccomi Signore, sono pronto a fare la tua volontà, la tua luce e la tua forza mi danno sicurezza. Anche io dico a te, Chiesa di Molfetta – Ruvo – Giovinazzo – Terlizzi, guarda il cielo, non ti scoraggiare se hai dovuto attraversare nubi di smarrimento e prova, non aver paura se non sempre saranno numerose e visibili le stelle della fede sul tuo sentiero – ha aggiunto -. Coraggio, riprendi il tuo cammino con la forza interiore e fidati del buon Dio che ci conduce».
Durante l’omelia non è mancato il cordiale saluto a coloro che stavano seguendo la diretta sul canale televisivo e streaming di Tele Dehon, agli ammalati e agli immigrati. Con la stessa tenerezza paterna, Mons. Cornacchia aveva già salutato i fedeli durante il primo momento della cerimonia di insediamento sul sagrato del Purgatorio.
Il rito introitale, come gran parte della celebrazione eucaristica, è stato caratterizzato dall’attesa e dalla commozione dei presenti e dello stesso Vescovo. Infatti, nell’ingresso in Cattedrale, dopo aver baciato gli stipiti della Porta Santa, Mons. Cornacchia, con una velata emozione, percepibile nell’intenso sguardo, ha ricevuto il crocifisso da Mons. Francesco Gadaleta, Arcidiacono del Capitolo cattedrale, sulle parole dell’inno del Giubileo.
Allo stesso modo, durante l’aspersione dell’assemblea in Cattedrale, calda e filiale è stata l’accoglienza dei fedeli, scandita dagli applausi e dallo sguardo paterno del nuovo Pastore, segno della comunione con e della Chiesa locale. Per altro, proprio durante la processione introitale, Mons. Cornacchia non ha mancato di salutare tutte le persone presenti, abbracciandole e salutandole con una stretta di mano, come un padre misericordioso che corre incontro ai suoi figli.
La lettura della Lettera Apostolica, inviata da Papa Francesco a Mons. Cornacchia, in cui comunicava la nuova nomina episcopale, è stato un altro momento inteso, non solo per l’assemblea presente, ma per lo stesso Vescovo, in particolare dopo aver ricevuto il pastorale ed essersi seduto sulla cattedra episcopale.
Concluso l’atto canonico di inizio del ministero episcopale nella Diocesi, Mons. Cornacchia ha ricevuto il saluto dell’Amministratore diocesano, Mons. Ignazio de Gioia. «Oggi la Chiesa diocesana di Molfetta – Ruvo – Giovinazzo – Terlizzi, con esultanza e trepidazione, le porge il suo cordiale saluto – le prime parole di Mons. De Gioia -. La Chiesa locale gioisce come la sposa con lo sposo. Benedetto colui che viene nel nome del signore. Alla sua guida saggia viene consegnata questa comunità che la accoglie con grande letizia».
Inoltre, durante la sua omelia, Mons. Cornacchia si è rivolto prima ai giovani («Siate coraggiosi, non sprecate i vostri talenti, siate brillanti pur nelle difficoltà, abbiate la forza di stare con la chiesa e nella chiesa, con lei andiamo incontro a nuovi e fecondi giorni») e poi ai fedeli («Vi accolgo e vi attendo con gioia: per voi sono Vescovo, con voi sono cristiano»), con un importante riferimento all’omelia del Servo di Dio Mons. Antonio Bello dell’8 aprile del 1993 (Giovedì Santo), alla preghiera («Vogliamoci bene e preghiamo gli uni per gli altri. Dobbiamo tornare a casa e metterci subito all’opera. Quando c’è l’amore le distanze si annullano e sono relative») e alla vocazione cristiana («La nostra vocazione consiste nell’accendere nuove luci in un mondo che viaggia nell’oscurità del proprio delirio, dell’indifferenza, della logica dello scarto, della sopraffazione e del secolarismo»).
Così, oggi 20 febbraio 2016, è iniziato il ministero episcopale di Mons. Domenico Cornacchia. «Vengo tra voi per accendere e alimentare la fiaccola della fede e della speranza e nel cuore di coloro i quali il Signore mi invierà. Ho bisogno di voi in quest’opera: non temiamo il fuoco che si ravviva con il vento contrario, il vento dello Spirito ci condurrà al sicuro e al riparo dai naufragi».
Con Mons. Domenico Cornacchia la comunità diocesana riprende a correre e volare, seguendo il suo stesso invito: «è la fede quella vera e autentica che ci fa volare verso Gesù, presente vivo e vero nei fratelli bisognosi, forestieri, vicini e lontani».

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